Johansson: il Patto sulla Migrazione è già sufficiente
La commissaria europea agli Interni Ylva Johansson ha ribadito la sua convinzione che il Patto sulla Migrazione, adottato nel 2020, offra già un quadro completo per affrontare la questione migratoria. In risposta alle richieste di alcuni Paesi Ue di intensificare gli sforzi, in particolare per quanto riguarda la dimensione esterna della migrazione, Johansson ha sottolineato che è necessario concentrarsi sull’attuazione delle misure già previste dal Patto prima di richiedere ulteriori azioni.
L’appello alla concretezza
“Mangiate quello che c’è sul piatto prima di chiedere di più”, ha detto Johansson, usando una metafora per sottolineare la necessità di un approccio pragmatico. Il Patto sulla Migrazione, secondo la commissaria, fornisce già una serie di strumenti per affrontare i diversi aspetti della migrazione, dalla cooperazione con i Paesi di origine e transito alla gestione dei flussi migratori all’interno dell’Ue.
Le critiche al Patto
Nonostante le affermazioni di Johansson, il Patto sulla Migrazione ha suscitato diverse critiche da parte di alcuni Stati membri, che lo considerano insufficiente per affrontare la sfida migratoria. In particolare, alcuni Paesi hanno chiesto un maggiore impegno da parte dell’Ue nella lotta ai trafficanti di esseri umani e nel controllo delle frontiere esterne. Altri, invece, hanno espresso preoccupazioni per la ripartizione dei migranti tra gli Stati membri.
Un approccio pragmatico o una mancanza di ambizione?
La dichiarazione di Johansson solleva interrogativi sull’effettiva efficacia del Patto sulla Migrazione. È possibile che l’attuazione delle misure già previste dal Patto possa portare a risultati concreti? O è necessario un approccio più ambizioso, che tenga conto delle nuove sfide e dei cambiamenti del contesto internazionale? La risposta a queste domande dipenderà dalla capacità degli Stati membri di collaborare e di mettere in atto le politiche concordate.