La Cina condanna gli attivisti pro-democrazia di Hong Kong
La Cina ha condannato con durezza i sei attivisti pro-democrazia di Hong Kong fuggiti in Gran Bretagna, definendoli “criminali ricercati senza legge”. Le autorità di Hong Kong hanno annullato i loro passaporti e il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha accusato gli attivisti di aver “messo seriamente in pericolo la sicurezza nazionale” e di aver “danneggiato gli interessi fondamentali di Hong Kong”.
Le accuse della Cina
Secondo Lin Jian, gli attivisti avrebbero “seriamente attaccato il principio di ‘un Paese, due sistemi'”, il principio su cui si basa la politica di Hong Kong. La Cina ha anche accusato gli attivisti di aver “compiuto atti illegali” durante le proteste pro-democrazia del 2019, che hanno scosso la città per mesi.
La fuga in Gran Bretagna
I sei attivisti sono fuggiti in Gran Bretagna nel 2020, dopo l’introduzione di una legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong che ha portato all’arresto di molti attivisti e leader democratici. La Gran Bretagna ha concesso asilo politico ai sei attivisti, suscitando le ire di Pechino.
Il contesto geopolitico
Questo incidente si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra Cina e Gran Bretagna, ma anche tra Cina e Stati Uniti. La Cina sta cercando di affermare il suo controllo su Hong Kong e di reprimere qualsiasi forma di dissenso. La fuga degli attivisti e la concessione dell’asilo politico da parte della Gran Bretagna rappresentano una sfida diretta alla politica cinese. Sarà interessante vedere come si svilupperà questa situazione e quali saranno le conseguenze per le relazioni tra Cina e Gran Bretagna.