Un viaggio gastronomico alla scoperta delle origini della cucina italiana
Un viaggio affascinante alla scoperta delle origini della cucina italiana è il tema del nuovo volume “Le origini della cucina italiana, da Federico II a oggi”, a cura di Paola Adamo, Valentina Della Corte, Francesca Marino ed Elisabetta Moro. L’opera, che sarà presentata domani, 10 novembre, alle 11 nella Sala del Senato Accademico dell’Università Federico II (corso Umberto I, 40), propone un’analisi storica, antropologica e gastronomica che ripercorre le tappe fondamentali della tradizione culinaria italiana, individuando nell’influenza della dieta dell’imperatore Federico II di Svevia un punto di riferimento cruciale.
Partendo da indizi e suggestioni del “Liber de coquina”, celebre trattato di epoca medievale, il volume raccoglie contributi di esperti del settore, tra cui Fulvio Delle Donne, Gianni Cicia, Massimo Ricciardi, Marino Niola, Luciano Pignataro, Raffaele Sacchi, Francesca Marino ed Elisabetta Moro. Non mancano le ricette degli chef Corrado Assenza, Domenico Candela, Moreno Cedroni, Caterina Ceraudo, Enzo Coccia, Vitantonio Lombardo, Angelo Sabatelli, Mauro Uliassi, elaborate per gli 800 anni dell’Università Federico II, la più antica università laica del mondo.
Federico II: un imperatore attento alla dieta e al piacere del cibo
Federico II, un imperatore attento alla dieta e al piacere del cibo, ha lasciato un’impronta indelebile sulla cucina italiana. Secondo un cronista del tempo, il francescano Giovanni di Winterthur, l’imperatore era solito digiunare e mangiare una sola volta al giorno, non per ascetismo o devozione religiosa, ma per preservare la salute del corpo. La sua tavola era ricca di varietà, con verdure, carne e pesce, conditi con salse spesso agrodolci e speziate, tra cui la askipecia.
“L’imperatore era certamente attento alla dieta”, spiega Fulvio Delle Donne, professore di Letteratura medievale e umanistica UNIBAS, “in perfetta linea con i precetti medici dell’epoca”.
Un’influenza determinante sulla cucina italiana
Il volume “Le origini della cucina italiana, da Federico II a oggi” mette in luce l’influenza determinante della dieta dell’imperatore Federico II sulla nascita della cucina italiana. Francesca Marino, docente di Educazione alimentare e nutrizione, afferma: “Il volume ci fa immaginare almeno in parte quelli che potrebbero essere stati gli stili alimentari dell’epoca tardo-medievale e ci racconta come questi erano in quel periodo positivamente influenzati dalla notevole disponibilità di ingredienti soprattutto nell’area euro mediterranea. Ci illustra inoltre come, in quel periodo, si sviluppa un nuovo approccio ‘edonistico’ alla preparazione dei cibi, che talvolta superava anche quello medico salutistico, naturalmente in un contesto storico in cui il movimento e l’esercizio fisico era una normale componente della quotidianità, anticipando alcuni dei principi della moderna dieta mediterranea.”
I professori Gianni Cicia e Massimo Ricciardi aggiungono: “Dal Liber traspare con tutta evidenza come si sia potuta realizzare la transizione dalla cucina romana antica a quella medioevale e come la cultura gastronomica italiana si sia trasformata per la commistione dei costumi alimentari dei tempi di Roma con quelli delle popolazioni arabe, normanne, sveve, longobarde ed ebraiche.”
Un patrimonio culturale da tutelare
La cucina italiana, con le sue radici profonde e la sua storia ricca di influenze, è oggi in corsa per diventare patrimonio immateriale Unesco. Il volume “Le origini della cucina italiana, da Federico II a oggi” rappresenta un importante contributo alla conoscenza e alla valorizzazione di questa tradizione culinaria, che rappresenta un patrimonio culturale da tutelare e promuovere.
Un’eredità culinaria da riscoprire
Il volume “Le origini della cucina italiana, da Federico II a oggi” ci offre una preziosa occasione per riscoprire le radici della nostra tradizione culinaria, un patrimonio ricco di storia, cultura e sapori. La figura di Federico II, con la sua attenzione alla dieta e al piacere del cibo, emerge come un precursore della moderna cultura gastronomica, anticipando alcuni dei principi della dieta mediterranea. L’opera, con il suo approccio multidisciplinare, ci invita a riflettere sull’importanza della cucina come espressione culturale e sociale, e sull’eredità culinaria che ci è stata tramandata dai nostri antenati.