Il ritorno dei bagnanti
A una settimana circa dalla tragedia del Natisone, che ha visto la morte di tre giovani travolti dalla piena del fiume, sono tornati i primi bagnanti sulla “Premariacco Beach”, la spiaggetta sul greto del fiume dove si erano sistemati i ragazzi. La loro presenza, con tanto di teli da mare e cibi per un pic-nic, ha suscitato la reazione indignata di molti cittadini. Il luogo, privo di servizi, è stato teatro di una tragedia che ha sconvolto la comunità locale. Molti hanno considerato il ritorno dei bagnanti come un gesto di insensibilità e mancanza di rispetto nei confronti delle vittime.
Il sindaco: “Sta al buon senso”
Il sindaco di Premariacco, Michele De Sabata, ha spiegato che “non esiste una specifica ordinanza di divieto” per l’accesso alla “Premariacco Beach”. Dunque, secondo il primo cittadino, è un comportamento che “sta al buon senso delle persone, non penso ci siano altre parole da spendere”. La sua dichiarazione ha contribuito ad alimentare il dibattito, con molti cittadini che si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni in un momento di grande dolore.
Il rispetto e l’affetto della comunità
Di contro, la comunità locale ha in questi giorni manifestato non solo rispetto ma anche affetto per le vittime e per i soccorritori. Molti residenti della zona, per tutta la settimana di ricerche, hanno rifocillato l’esercito di soccorritori con viveri, dolci e generi di conforto. L’impegno e la solidarietà della popolazione hanno dimostrato la profonda commozione per la tragedia.
Le ricerche continuano
Chi è tornato sul greto in cerca di tranquillità, è rimasto deluso: lungo questa zona del Natisone sono ancora in corso le ricerche di Cristian, uno dei tre ragazzi scomparsi. Il rombo degli elicotteri che riecheggia in un’ampia area è un costante monito della tragedia che ha colpito la comunità. La “spiaggetta dell’abbraccio”, come qualcuno ha ribattezzato il luogo, è ovviamente l’unico posto in cui non si svolgono le ricerche, dal momento che da lì i ragazzi sono stati trascinati via e sono stati visti sparire poco dopo passando sotto il ponte Romano.
Un momento di riflessione
La tragedia del Natisone ci ricorda l’importanza della sicurezza in acqua e la necessità di prestare attenzione ai rischi che si celano dietro la bellezza della natura. È importante ricordare che il fiume, anche in apparenza tranquillo, può diventare pericoloso in pochi istanti. La comunità locale, nel suo dolore, sta cercando di trovare un equilibrio tra il rispetto per le vittime e il bisogno di riappropriarsi del proprio territorio. La presenza dei bagnanti, seppur comprensibile, ha suscitato un’ondata di indignazione che mette in luce la fragilità emotiva di un territorio ancora in lutto.