L’Europa trema: Borsa in calo, spread in salita, euro ai minimi
L’avanzata della destra in Europa sta facendo sentire i suoi effetti anche sui mercati finanziari. Le Borse europee hanno subito cali, con Parigi maglia nera, e i rendimenti dei titoli di Stato sono saliti, in particolare in Italia e negli altri Paesi della ‘periferia’ dell’eurozona. L’euro è sceso ai minimi da un mese, mentre le agenzie di rating avvertono che la situazione politica potrebbe rendere più difficile l’approvazione di riforme chiave in Europa.
L’avanzata della destra in Europa, con la vittoria di Marine Le Pen in Francia e la crescita dell’estrema destra in Germania, ha scatenato un’ondata di incertezza sui mercati finanziari. Le Borse europee hanno subito cali, con Parigi maglia nera, e i rendimenti dei titoli di Stato sono saliti, in particolare in Italia e negli altri Paesi della ‘periferia’ dell’eurozona. L’euro è sceso ai minimi da un mese, mentre le agenzie di rating avvertono che la situazione politica potrebbe rendere più difficile l’approvazione di riforme chiave in Europa.
La Borsa di Parigi ha perso l’1,3%, mentre i titoli di Stato francesi (Oat) hanno visto il loro rendimento salire di 12 punti base, al 3,22%, massimo dallo scorso novembre. Le altre Borse europee hanno contenuto i ribassi (Milano e Francoforte hanno ceduto lo 0,3% e Madrid lo 0,4%), ma l’andamento dei titoli di Stato è stato meno rassicurante, specialmente nella periferia dell’eurozona, dove i conti pubblici necessitano di aggiustamenti in un contesto di tensione geopolitica e di incertezza sul fronte dei tassi e della crescita. Il Btp è così balzato di 11 punti base, al 4,07%, massimo da dicembre, seguito da Grecia (+10 punti), Spagna, Portogallo e Belgio (+9 punti), mentre lo spread con il Bund è risalito a quota 140. Male è andato anche l’euro, che è sceso fino a 1,073 sul dollaro (-0,6%), ai minimi da un mese a questa parte.
Un’Europa divisa: il fronte centrista resta in piedi, ma il vento sovranista soffia forte
L’avanzata della destra in Europa non mette in discussione il fronte largo che governa il Vecchio Continente – socialisti (S&D), popolari (Ppe) e liberali (Renew) – che dispone di numeri che sulla carta possono assicurare continuità alla ‘maggioranza Ursula’. Tuttavia, la situazione politica è tutt’altro che tranquilla. L’incertezza che si spalanca sulla Francia, con il presidente Emmanuel Macron costretto a sciogliere il Parlamento dopo la vittoria di Marine Le Pen, e la crescita dell’estrema destra in Germania, dove la Spd di Olaf Scholtz è stata superata dall’Afd, crea un clima di instabilità che potrebbe avere un impatto significativo sulle politiche europee.
Le agenzie di rating, come Moody’s e Barclays, riconoscono che la coalizione centrista resta in piedi, ma avvertono che il margine più sottile potrebbe rendere più difficile l’approvazione di riforme chiave nei prossimi cinque anni. In particolare, Barclays sottolinea che la posizione più dura sull’immigrazione e la riduzione del Green Deal, possibili con un Ppe più forte, potrebbero portare a stalli a Bruxelles. Inoltre, l’incertezza prima delle elezioni francesi costerà ai mercati europei un premio al rischio più alto.
Parigi nel mirino: le elezioni anticipate alimentano l’incertezza
L’attenzione degli investitori si concentra ora sulla Francia. Le elezioni anticipate, secondo State Street, escludono nel breve termine l’adozione di un programma di consolidamento fiscale e riforme strutturali. L’assenza di miglioramenti implica un premio di rischio più elevato per le obbligazioni francesi e per i Paesi più deboli dell’Eurozona, dato l’elevato deficit di bilancio del Paese.
Il voto di fine giugno rappresenta per Algebris un evento politico fondamentale per l’Europa. Una vittoria di Le Pen implicherebbe deficit più ampi e una svolta a destra nella politica europea, anche se l’impatto sui principali dossier dell’Ue (come i Green Deals) sarà probabilmente relativamente contenuto dal fatto che la legislazione è già stata approvata e ora è in fase di attuazione.
L’Europa al bivio: un’analisi delle conseguenze politiche ed economiche
L’avanzata della destra in Europa è un segnale inequivocabile di un malessere diffuso che rischia di alimentare un’ondata di populismo e nazionalismo. Le conseguenze politiche ed economiche di questa tendenza sono ancora incerte, ma è chiaro che la stabilità dell’Unione Europea è in gioco. La capacità di rispondere alle sfide globali, dalla crisi climatica alla guerra in Ucraina, dipenderà dalla capacità di trovare un terreno comune tra i diversi stati membri. L’Europa è al bivio: dovrà scegliere se abbracciare una visione comune e collaborativa o soccombere alle forze centrifughe che minacciano di disgregarla.