
Agguato in via Audinot: la ricostruzione dei fatti
La notte del 9 giugno, via Audinot, nella zona Saragozza di Bologna, è stata teatro di un violento tentato omicidio. Un giovane di 21 anni è stato gravemente ferito da due colpi di arma da fuoco ai glutei, sparati alle spalle mentre cercava di fuggire dai suoi aggressori. La Polizia di Bologna, dopo un’indagine complessa e meticolosa, ha arrestato i due presunti responsabili: un 29enne italiano residente a Modena e un 31enne di origine romena residente a Bentivoglio. Entrambi sono ora in carcere, raggiunti da misure cautelari con l’accusa di tentato omicidio, tentata rapina e detenzione di arma da sparo, come disposto dal Pm Luca Venturi e dal Gip Andrea Salvatore Romito.
Indagini difficili: la reticenza della vittima e la svolta tecnologica
Le indagini, condotte dagli investigatori della Squadra Mobile, si sono rivelate particolarmente complesse a causa della scarsa collaborazione della vittima. Il 21enne, di origine nordafricana, avrebbe tentato di nascondere le proprie attività illecite, rendendo difficile la ricostruzione dell’esatta dinamica dei fatti. Tuttavia, gli inquirenti sono riusciti a scoprire che il giovane aveva fissato un appuntamento tramite Telegram per vendere una partita di droga. I due arrestati, presentatisi come acquirenti, avrebbero invece cercato di rapinarlo. Al tentativo di fuga del 21enne, i due lo hanno inseguito, aprendo il fuoco.
La prova chiave: una foto ‘effimera’ recuperata da Telegram
Una svolta cruciale nelle indagini è arrivata dall’analisi dei dispositivi elettronici della vittima. Uno degli aggressori aveva inviato al 21enne una foto ‘effimera’ tramite Telegram, per farsi riconoscere all’appuntamento. Nonostante la foto fosse stata eliminata, gli investigatori sono riusciti a recuperarla, ottenendo un elemento di prova fondamentale per l’identificazione dei responsabili. Un video ripreso da una telecamera di sorveglianza, diffuso dalla polizia, ha inoltre immortalato la scena, con i due colpi di pistola chiaramente udibili e uno degli aggressori che intima alla vittima di fermarsi, minacciandola di sparare.
Arresti e sequestri: l’italiano accusato di essere l’esecutore materiale
Secondo la Polizia, sarebbe stato il 29enne italiano a sparare materialmente al giovane. Al momento dell’arresto, nella sua abitazione a Modena, gli agenti hanno sequestrato circa 400 grammi di hashish. L’arma utilizzata per il tentato omicidio, invece, non è stata ancora ritrovata. L’arresto dei due presunti aggressori rappresenta un importante successo per la Polizia di Bologna, che ha saputo superare le difficoltà investigative e assicurare alla giustizia i responsabili di un atto di violenza inaudita.
Criminalità e nuove tecnologie: un binomio pericoloso
Il caso di tentato omicidio a Bologna mette in luce, ancora una volta, il pericoloso connubio tra criminalità e nuove tecnologie. L’utilizzo di piattaforme di messaggistica come Telegram per organizzare traffici illeciti e compiere azioni violente è un fenomeno in crescita, che richiede un’attenzione costante da parte delle forze dell’ordine e un’azione di contrasto sempre più efficace. La capacità degli investigatori di recuperare una foto ‘effimera’ da Telegram dimostra l’importanza di investire in competenze tecnologiche avanzate per combattere la criminalità nel mondo digitale.