
La rottura del M5S con la manifestazione per la pace
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha annunciato che il suo partito non parteciperà alla manifestazione per la pace promossa da Michele Serra. La decisione è stata motivata dalla presenza, all’interno dell’iniziativa, di figure politiche che Conte definisce favorevoli al riarmo e alla continuazione dello scontro con la Russia. “Noi non ci saremo”, ha dichiarato Conte durante un incontro con i giornalisti della Stampa estera, “è una manifestazione nata con buone intenzioni ma subito infittita da esponenti politici favorevoli al riarmo, che vorrebbero continuare lo scontro con la Russia, non si adattano al nuovo scenario. Di fronte ad ambiguità e incertezza noi non ci possiamo stare. Lo dico da europeista convinto ma critico”.
Le critiche al riarmo e alla politica europea
Conte ha espresso il suo scetticismo riguardo alle intenzioni di alcuni partecipanti alla manifestazione, sottolineando come la presenza di diverse posizioni, a volte contrastanti, renda difficile una partecipazione coerente del M5S. “Io credo nelle buone intenzioni di Serra”, ha aggiunto Conte, ma “il 15 si sono infilati chi vuole il riarmo e chi non lo vuole, chi vuole la guerra e chi no. Non possiamo avere tutto e il contrario di tutto. Io mi batto per una Europa che si batte per la politica, che se spende per la difesa lo faccia con criterio”.
Il leader del M5S ha respinto le accuse di pacifismo ingenuo, ricordando l’impegno del suo partito durante il governo nell’aumentare le spese per la difesa, pur mantenendosi al di sotto degli obiettivi NATO. “Ci descrivono come pacifisti con fiori in mano. M5s si è assunto la responsabilità di governo e noi abbiamo aumentato le spese di 2,7 miliardi in tre anni, all’1,4% di Pil, lontano dal 2% concordato nel 2014. Non è questione di non migliorare l’efficientamento del sistema di difesa. Il problema è investire bene, non buttare i soldi. Se dico ai singoli Paesi di spendere i fondi di coesione e buttarli in armi non sto realizzando un progetto di difesa comune: stiamo prendendo in giro i cittadini. Con questo metodo scriteriato non la assicuriamo la sicurezza ai cittadini”, ha aggiunto Conte.
Il piano ReArm e la mancanza di una strategia europea
Conte ha criticato aspramente il piano ReArm, definendolo una reazione “istintiva, isterica” che non affronta le reali necessità della difesa europea. “Nel piano ReArm non c’è nemmeno un cenno alla difesa comune. E’ una reazione istintiva, isterica, e contrasta con l’avvio dei colloqui di pace. Un piano del genere è costruito semplicemente su una maggior spesa, ciascuno Stato incrementa l’arsenale militare ma in ordine sparso. Non è la risposta alle necessità della difesa europea. Così facendo l’Ue aggrava solo il deficit di leadership politica che sta dimostrando in questi anni. Si dà la possibilità ai Paesi di fare per proprio conto senza una razionalizzazione degli investimenti, senza un coordinamento efficace, senza una economia di scala. Oggi l’Ue non investe un euro per rafforzare il tessuto produttivo ma semplicemente spendendo di più in armi”, ha concluso il leader del M5S.
Un bivio per il pacifismo italiano?
La decisione del M5S di non partecipare alla manifestazione per la pace solleva interrogativi sul futuro del movimento pacifista in Italia. La spaccatura interna alla manifestazione evidenzia le diverse anime che compongono il fronte per la pace, tra chi privilegia il dialogo e la diplomazia e chi, invece, ritiene necessario un maggiore impegno nella difesa e nella deterrenza. Sarà interessante osservare come si evolverà questo dibattito e se il M5S riuscirà a trovare una sua autonoma collocazione all’interno del panorama politico italiano.