
Via libera dal Consiglio dei Ministri: l’Inno d’Italia trova la sua forma ufficiale
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, ha dato il via libera al decreto del Presidente della Repubblica che sancisce il “Canto degli Italiani” di Goffredo Mameli, con lo spartito originale di Michele Novaro, come Inno nazionale della Repubblica Italiana. Questa decisione, presa in conformità con la legge 4 dicembre 2017, n. 181, rappresenta un momento significativo per la storia e l’identità nazionale.
Un decreto per colmare un vuoto normativo
Il provvedimento interviene per colmare una lacuna normativa persistente da sette anni, definendo le modalità di esecuzione dell’Inno nazionale durante le occasioni istituzionali e pubbliche. Questo aspetto era rimasto in sospeso nonostante l’importanza del “Canto degli Italiani” come simbolo distintivo della Repubblica.
In vista delle celebrazioni del 17 marzo
L’adozione di questo decreto giunge in un momento particolarmente significativo, in vista della celebrazione della «Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera», fissata per il 17 marzo dalla legge 23 novembre 2012, n. 222. Questa giornata rappresenta un’occasione per celebrare i valori fondanti della Repubblica e l’unità del Paese.
Il Canto degli Italiani: un simbolo di identità nazionale
Conosciuto anche come Inno di Mameli o Fratelli d’Italia, il “Canto degli Italiani” ha una storia ricca e complessa. Scritto nell’autunno del 1847 dallo studente e patriota Goffredo Mameli, con musica composta a Torino da Michele Novaro, il canto divenne uno dei simboli del Risorgimento italiano e dell’aspirazione all’unità nazionale. Nonostante la sua popolarità e il suo utilizzo diffuso, il “Canto degli Italiani” non era mai stato formalmente riconosciuto come Inno nazionale attraverso un atto legislativo specifico.
Dalla provvisorietà all’ufficialità: un percorso storico
Dopo la proclamazione della Repubblica Italiana nel 1946, il “Canto degli Italiani” fu scelto come inno nazionale provvisorio. Questa decisione, presa in un momento di transizione e ricostruzione, rifletteva la volontà di identificare un simbolo che potesse rappresentare l’unità e la rinascita del Paese. Tuttavia, la mancanza di una legge che ne sancisse l’ufficialità ha lasciato aperta la questione per decenni, generando dibattiti e proposte di modifica.
Implicazioni e prospettive future
L’approvazione del decreto rappresenta un passo importante per la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale e identitario italiano. La definizione delle modalità di esecuzione dell’Inno nazionale contribuirà a garantire un utilizzo corretto e rispettoso del simbolo, promuovendo al contempo la conoscenza della sua storia e del suo significato. Resta da vedere come il decreto verrà implementato concretamente e quali saranno le sue implicazioni a livello culturale e sociale.
Un atto dovuto per la memoria e l’identità nazionale
L’ufficializzazione del “Canto degli Italiani” come Inno nazionale è un atto dovuto nei confronti della storia e dell’identità del nostro Paese. Un simbolo così potente e radicato nella coscienza collettiva meritava un riconoscimento formale che ne sancisse il valore e ne regolamentasse l’utilizzo. Questa decisione rappresenta un passo avanti nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano e nella promozione dei valori di unità e coesione nazionale.