
Squalifica e multa per la Pallacanestro Motta
La Pallacanestro Motta è stata colpita da una dura sanzione a seguito di un increscioso episodio avvenuto durante una partita di Divisione Regionale 1. Il giudice sportivo ha infatti deciso per la squalifica del campo per una giornata e una multa di 30 euro. La decisione è stata presa in seguito agli insulti sessisti rivolti da una tifosa all’arbitro della gara.
Insulti sessisti all’arbitro diciottenne
L’episodio incriminato si è verificato sabato scorso al palazzetto di Motta di Livenza (Treviso). Durante la partita, una tifosa, madre di un giocatore della squadra di casa, ha pesantemente insultato la direttrice di gara, una giovane arbitro di soli 18 anni. In disaccordo con alcune decisioni arbitrali che, a suo dire, penalizzavano la squadra del figlio, la donna ha rivolto all’arbitro frasi offensive e sessiste, invitandola a “dedicarsi alla prostituzione anziché all’arbitraggio”.
Sospensione della partita e intervento della Digos
A seguito degli insulti, l’arbitro ha deciso di sospendere immediatamente la partita. Il gioco è ripreso solo 20 minuti più tardi. Oltre agli insulti sessisti, la società trevigiana è stata sanzionata anche per il lancio di “oggetti non contundenti” verso l’arbitro. La Digos è stata allertata e sta conducendo accertamenti sull’accaduto per identificare compiutamente la responsabile degli insulti e valutare eventuali ulteriori provvedimenti.
Reazioni e condanna
L’episodio ha suscitato sdegno e condanna nel mondo della pallacanestro. Molte voci si sono levate per esprimere solidarietà all’arbitro e per condannare fermamente ogni forma di violenza verbale e sessismo nello sport. Si auspica che l’inchiesta della Digos possa fare piena luce sull’accaduto e che la responsabile sia punita in modo esemplare.
Un campanello d’allarme per lo sport
Questo episodio rappresenta un campanello d’allarme per il mondo dello sport. È inaccettabile che una giovane arbitro, impegnata a svolgere il proprio lavoro con passione e dedizione, debba subire insulti sessisti e umiliazioni. È necessario un impegno concreto da parte di società sportive, federazioni e istituzioni per contrastare ogni forma di violenza e discriminazione, promuovendo un ambiente sportivo sano e rispettoso.