L’aggressione alla stazione di Lambrate
La Procura di Milano ha chiuso l’inchiesta sull’aggressione al viceispettore della Polizia Christian Di Martino, avvenuta la sera dell’8 maggio alla stazione di Lambrate. L’aggressore, Hassine Hamis, un 37enne marocchino irregolare, ha ferito gravemente il poliziotto con un coltello di 30 centimetri.
Di Martino è stato colpito al torace e al braccio, ma è riuscito a salvarsi grazie al pronto intervento dei colleghi e alle delicate operazioni chirurgiche. È stato dimesso dall’ospedale Niguarda nei giorni scorsi.
Le accuse nei confronti di Hamis
Hamis, difeso dall’avvocato Alfredo Quattrocchi Rosmi Gervasoni, dovrà affrontare il processo con le accuse di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni nei confronti di altri due agenti, porto del coltello e false attestazioni sull’identità. In passato, infatti, si è presentato alle forze dell’ordine con almeno 22 alias diversi.
L’accusa ha inoltre aggiunto l’aggravante di ‘attentato alla sicurezza dei trasporti’ in quanto Hamis, durante l’aggressione, ha lanciato sassi contro treni in movimento, colpendo anche un treno regionale. Inoltre, è accusato di lesioni ai danni di una donna che è stata colpita alla testa da sassi lanciati da Hamis dall’alto su una via adiacente alla stazione.
La versione di Hamis
Dopo l’arresto, Hamis ha cercato di sostenere la sua versione dei fatti, dichiarando di non aver visto che si trattava di poliziotti e di non aver voluto fargli male. Ha anche raccontato di assumere Rivotril, una benzodiazepina, dal 2003.
Il pm: ‘Hamis voleva uccidere’
Secondo il pm, Hamis voleva uccidere Di Martino e solo il pronto intervento degli altri poliziotti, che sono riusciti a disarmarlo, la tempestività dei soccorsi e l’estrema abilità del personale sanitario dell’ospedale Niguarda hanno salvato la vita al viceispettore.
Un atto di violenza inaccettabile
L’aggressione al viceispettore Di Martino è un atto di violenza inaccettabile che ha scosso la città di Milano. È importante sottolineare che la sicurezza dei cittadini e delle forze dell’ordine è un diritto fondamentale, e che qualsiasi atto di aggressione deve essere condannato con fermezza. La giustizia dovrà fare il suo corso e assicurare che il responsabile di questo crimine venga punito in modo adeguato.