
Una corsa contro il tempo
A poche ore dall’entrata in vigore dei dazi sull’acciaio e l’alluminio, il governo messicano ha lanciato un’ultima offensiva diplomatica. Il ministro dell’Economia, Marcelo Ebrard, accompagnato dal sottosegretario al Commercio estero, Luis Rosendo Gutiérrez, è volato a Washington per incontrare i funzionari statunitensi. L’obiettivo è chiaro: convincere l’amministrazione Trump a fare marcia indietro e scongiurare l’applicazione delle tariffe che rischiano di infliggere un duro colpo all’economia messicana.
I dazi di Trump e la reazione messicana
L’ordine esecutivo del presidente Trump prevede una tariffa del 25% sull’acciaio e sull’alluminio provenienti da tutti i Paesi, a partire dal 12 marzo. Questa decisione ha scatenato la forte reazione dell’industria siderurgica messicana, pronta a chiedere misure simili contro i prodotti statunitensi, qualora i dazi entrassero in vigore. La Camera messicana del ferro e dell’acciaio (Canacero) stima che le tariffe colpirebbero il 75% delle esportazioni del settore, per un valore di 2,1 miliardi di dollari all’anno.
Implicazioni economiche e possibili scenari
L’imposizione dei dazi da parte degli Stati Uniti potrebbe innescare una vera e propria guerra commerciale tra i due paesi, con conseguenze negative per entrambe le economie. Il Messico, fortemente dipendente dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, vedrebbe compromessa la crescita del settore siderurgico e un possibile aumento dei prezzi interni. Gli Stati Uniti, a loro volta, potrebbero subire ritorsioni commerciali e un aumento dei costi per le imprese che utilizzano acciaio e alluminio.
Il ruolo del ministro Ebrard
La missione del ministro Ebrard è cruciale per il futuro delle relazioni commerciali tra Messico e Stati Uniti. Il funzionario messicano dovrà presentare argomentazioni convincenti per dimostrare i danni che i dazi provocherebbero all’economia messicana e all’integrazione commerciale tra i due paesi. Resta da vedere se l’amministrazione Trump sarà disposta a riconsiderare la sua posizione o se, al contrario, manterrà la linea dura protezionistica che ha caratterizzato la sua politica commerciale.
Un equilibrio delicato
La situazione attuale evidenzia la fragilità degli equilibri commerciali internazionali e la vulnerabilità delle economie dipendenti dalle esportazioni. La decisione di imporre dazi, spesso motivata da ragioni politiche interne, può avere conseguenze economiche significative e innescare reazioni a catena difficili da controllare. È fondamentale che i governi agiscano con responsabilità e lungimiranza, cercando soluzioni negoziali che tutelino gli interessi di tutti i paesi coinvolti.