
La testimonianza di Rosalia dal Policlinico di Bari
“Mi ha tirato, Giuseppe mi ha salvata, è stato bravo. Ringrazio i vigili del fuoco”. Con queste parole, pronunciate con un filo di voce dal letto del Policlinico di Bari, Rosalia De Giosa, 74 anni, ha espresso la sua profonda gratitudine verso chi l’ha soccorsa dopo essere stata estratta viva dalle macerie della palazzina crollata nel tardo pomeriggio di mercoledì. La donna è rimasta intrappolata per ben 27 ore, un’eternità segnata dalla paura e dalla speranza.
Le condizioni di salute e il recupero
Nonostante le fratture riportate, i medici del Policlinico di Bari rassicurano sulle condizioni di salute di Rosalia. “Sta bene”, affermano, sebbene la donna sia ancora provata e necessiti di ossigeno attraverso cannule nasali. Rosalia stessa ha confessato di aver dormito un po’, ma di non potersi muovere a causa dei dolori alle gambe. Sarà necessario un periodo di osservazione in ospedale per monitorare la sua ripresa.
Il crollo della palazzina a Bari: una tragedia sfiorata
Il crollo della palazzina a Bari ha scosso profondamente la comunità locale. Le cause del disastro sono ancora oggetto di indagine, ma l’evento ha riportato alla luce la fragilità di alcune strutture e la necessità di controlli più rigorosi. La storia di Rosalia, però, è un raggio di speranza in un momento di grande difficoltà, un simbolo della resilienza umana e della professionalità dei soccorritori.
Giuseppe, l’eroe silenzioso
Nel racconto di Rosalia, emerge la figura di Giuseppe, il soccorritore che l’ha estratta dalle macerie. Un eroe silenzioso, il cui coraggio e la cui prontezza di riflessi sono stati determinanti per salvare la vita della donna. Il suo gesto, insieme all’impegno dei vigili del fuoco, rappresenta un esempio di altruismo e dedizione che merita di essere celebrato.
Un miracolo di speranza e resilienza
La storia di Rosalia De Giosa è un potente promemoria della forza dello spirito umano e dell’importanza della solidarietà. In un momento di crisi, la sua sopravvivenza è un faro di speranza, un tributo alla professionalità dei soccorritori e un invito a non perdere mai la fiducia nella capacità di superare le avversità.