
Un’isola al limite: la risposta alle proteste
Le isole Baleari, gioiello del Mediterraneo, si trovano ad affrontare una sfida crescente: il turismo di massa. Con una popolazione di 1,2 milioni di abitanti, l’arcipelago ha accolto ben 19,8 milioni di visitatori lo scorso anno, una cifra che ha generato crescenti preoccupazioni tra i residenti. Le proteste estive, che hanno visto decine di migliaia di persone scendere in piazza, hanno portato il governo locale a intervenire con misure drastiche.
Nuova tassa sulle auto: un freno al traffico turistico
Una delle misure più significative è l’introduzione di una tassa per le auto non immatricolate nelle Baleari. Questa imposta, pensata principalmente per i circa 60.000 veicoli a noleggio che sbarcano ogni estate sulle isole, varierà tra i 50 e gli 85 euro. La tariffa sarà composta da una quota fissa all’entrata e una variabile all’uscita, calcolata in base alle emissioni del veicolo. Anche i residenti stranieri dovranno pagare la tassa se la loro auto non è immatricolata in Spagna. Il ricavato sarà destinato al miglioramento del trasporto pubblico locale e alla costruzione di nuove linee ferroviarie, con l’obiettivo di incentivare un turismo più sostenibile.
Ecotassa raddoppiata: un contributo per la sostenibilità
Parallelamente alla tassa sulle auto, il governo delle Baleari ha deciso di raddoppiare l’ecotassa di soggiorno. Questo significa che i turisti dovranno pagare fino a 6 euro a notte da marzo a dicembre. Un aumento ancora più significativo è previsto per i croceristi, la cui ecotassa passerà dagli attuali 2 euro a 6 euro al giorno. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi da reinvestire in progetti di sostenibilità ambientale e miglioramento delle infrastrutture turistiche.
Stop agli affitti turistici selvaggi
Il piano del governo include anche un divieto totale degli affitti a uso turistico in alloggi plurifamiliari, oltre le licenze già concesse, che ammontano a circa 90.000 posti letto. Per garantire il rispetto delle regole, i portali web che pubblicizzano case vacanze saranno obbligati a indicare il numero di registro degli alloggi turistici. Chi non si atterrà a questa norma rischierà sanzioni fino a mezzo milione di euro, sia per i proprietari che per i gestori.
Negoziati politici all’orizzonte
L’esecutivo regionale, guidato da Marga Prohens del Partito Popolare, dovrà ora negoziare queste misure con gli altri gruppi politici, poiché non dispone di una maggioranza nel parlamento delle Baleari. Tuttavia, la necessità di frenare il turismo di massa è ampiamente condivisa, anche dalle forze di sinistra, che hanno partecipato attivamente alle proteste dell’estate scorsa.
Un passo necessario verso un turismo sostenibile
Le misure adottate dal governo delle Baleari rappresentano un tentativo coraggioso di affrontare il problema del turismo di massa. Se da un lato potrebbero scoraggiare alcuni visitatori, dall’altro mirano a proteggere l’ambiente e la qualità della vita dei residenti. Sarà fondamentale monitorare attentamente l’impatto di queste iniziative e valutare ulteriori interventi per garantire un futuro sostenibile per le isole.