Scurati smentisce la Rai: “Non sono stato censurato per motivi economici”
Antonio Scurati, noto scrittore e Premio Strega, ha smentito categoricamente le dichiarazioni dell’amministratore delegato Rai Roberto Sergio, secondo cui la sua mancata partecipazione al programma di Serena Bortone, “Che sarà…”, sarebbe dovuta alla sua richiesta di un compenso. Scurati ha definito l’affermazione di Sergio “semplicemente falsa” e “l’ennesima affermazione denigratoria nei miei confronti”.
Lo scrittore ha affermato di non essere mai stato contattato dalla Rai con la proposta di partecipare gratuitamente al programma. “A me nessuno ha mai proposto di partecipare gratuitamente. Lo sfido a fornire prova del contrario”, ha dichiarato Scurati.
La censura del monologo di Scurati
Scurati ha spiegato che il suo monologo sul 25 aprile, commissionato dalla Rai con un mese di anticipo, era stato censurato perché sollevava questioni imbarazzanti per il capo del governo. Lo scrittore ha sottolineato che aveva piena libertà su forma e contenuti, e che l’accordo economico, in linea con quello degli altri scrittori che lo avevano preceduto, era già stato chiuso. I biglietti ferroviari e la prenotazione alberghiera erano già stati inviati dagli uffici Rai.
Scurati ha poi aggiunto che la mattina stessa della sua partecipazione, dopo aver inviato il testo del suo intervento, gli è stato comunicato che il suo contratto era cancellato. “Soltanto allora, la mattina stessa della mia partecipazione, dopo che avevo inviato il testo del mio intervento – con il quale, è fondamentale ricordarlo, sollevavo delle questioni imbarazzanti per il capo del governo – quando avevo già le valigie pronte, mi è stato comunicato che il mio contratto era cancellato”, ha raccontato.
Scurati: “Non sono un politicante, ma un uomo di cultura”
Scurati ha ribadito di essere un uomo di cultura, non un politicante, e di non avere nessun interesse a polemizzare con la dirigenza Rai. Ha sottolineato il valore del lavoro e del denaro, ricordando di aver insegnato per 30 anni e di continuare a farlo per un modesto compenso, motivato dal desiderio di diffondere il sapere e la cultura.
Ha poi criticato la Rai per aver elargito a un influencer e rapper di dubbia moralità svariate decine di migliaia di euro per rilasciare interviste sul suo matrimonio, mentre il compenso che gli era stato proposto era in linea con quello degli altri scrittori che avevano partecipato al programma.
Scurati: “La Rai disprezza la cultura”
Scurati ha concluso la sua replica affermando che la Rai, spesso definita la più grande azienda culturale del Paese, dimostra di non voler riconoscere il valore del lavoro culturale. “L’amministratore delegato della Rai- spesso definita la più grande azienda culturale del Paese – dimostra invece di non voler riconoscere il valore del lavoro culturale. Dimostra, così, di disprezzare la cultura”, ha dichiarato.
Scurati ha poi aggiunto che la censura del suo monologo ha consentito al presidente del consiglio di non rispondere alle questioni imbarazzanti da lui sollevate.
Considerazioni
La vicenda di Antonio Scurati è un esempio di come la libertà di espressione e il diritto di critica possano essere limitati in un contesto in cui la politica e la cultura si intrecciano in modo complesso. La censura del monologo di Scurati, secondo le sue dichiarazioni, è un atto grave che mette in discussione la funzione pubblica della Rai e il suo ruolo di garante della pluralità di voci. È importante che la Rai si pronunci in modo chiaro e trasparente sulla vicenda, fornendo una spiegazione dettagliata delle ragioni che hanno portato alla cancellazione del contratto con Scurati. In un momento in cui la libertà di stampa è sempre più sotto pressione, è fondamentale difendere il diritto di critica e la possibilità di esprimere opinioni anche scomode. Il caso di Scurati è un campanello d’allarme che ci ricorda l’importanza di vigilare su ogni forma di censura, soprattutto quando proviene da istituzioni pubbliche.