
Un’apertura pungente e accenni geopolitici
La serata degli Oscar 2024, condotta dal comico Conan O’Brien, ha visto un’incursione inattesa nel mondo della politica internazionale. Dopo tre ore di conduzione apolitica, O’Brien ha lanciato una frecciata a Donald Trump, sfruttando il tema del film ‘Anora’ di Sean Baker, che narra la storia di una sex worker che sposa il figlio di un oligarca russo. “Anora sta avendo una buona serata. Gli americani saranno contenti di vedere qualcuno che finalmente tiene testa a un russo potente”, ha affermato O’Brien, alludendo agli sconvolgimenti geopolitici causati dall’incontro tra Trump e Zelensky.
Nonostante le aspettative, la solidarietà all’Ucraina non ha dominato il red carpet. Solo Peter Straughan, sceneggiatore di ‘Conclave’, ha sfoggiato i colori giallo-blu della bandiera ucraina, mentre Daryl Hannah ha espresso un sentito “Slava Ukraini” prima di premiare Sean Baker per il miglior montaggio.
Il trionfo di ‘No Other Land’ e la questione israelo-palestinese
Il premio Oscar per il miglior documentario è stato assegnato a ‘No Other Land’, un’opera che affronta la delicata questione della pulizia etnica di un villaggio nella Cisgiordania occupata. Il film, realizzato da un collettivo israelo-palestinese, ha superato ‘Porcelain Wars’, un documentario ucraino su artisti-soldato al fronte. La vittoria di ‘No Other Land’ ha suscitato reazioni contrastanti, con il ministro della cultura israeliano Miki Zohar che ha definito il verdetto “un momento triste per il cinema”.
Yuval Abraham, giornalista israeliano parte del team, ha sottolineato l’interconnessione globale e l’importanza della sicurezza reciproca. Basel Adra, collega palestinese, ha lanciato un appello per fermare la devastazione nei territori occupati. Entrambi hanno auspicato una soluzione a due Stati, criticando la politica estera statunitense che, a loro dire, ostacola questo percorso.
L’arte iraniana premiata e le riflessioni sui diritti dei migranti
Un altro momento significativo è stato il premio Oscar per il miglior corto animato a ‘In The Shadow of the Cypress’, un’opera iraniana. I suoi autori, Shirin Sohani e Hossein Molayemi, sono riusciti a raggiungere Los Angeles solo poche ore prima della cerimonia, dopo aver ottenuto in extremis il visto d’ingresso. “È un miracolo”, ha dichiarato Molayemi, dedicando il premio agli iraniani che continuano a soffrire.
Sul fronte interno, Zoe Saldaña, premiata come miglior attrice non protagonista, ha ricordato con orgoglio le sue origini di figlia di immigrati, alludendo alle politiche restrittive di Trump in materia di immigrazione. Tuttavia, la controversia legata ai tweet razzisti di Karla Maria Gascon, co-protagonista di Saldaña, non è stata affrontata durante la serata.
Un’edizione degli Oscar che guarda al mondo
Gli Oscar 2024 hanno rappresentato un’edizione in cui il cinema si è fatto portavoce di tematiche globali, dalla politica internazionale ai diritti umani. I premi a ‘No Other Land’ e ‘In The Shadow of the Cypress’ testimoniano l’importanza di dare voce a storie provenienti da contesti difficili e di promuovere la consapevolezza su questioni urgenti. Nonostante le polemiche e le omissioni, la serata ha offerto spunti di riflessione e ha dimostrato il potere del cinema di influenzare il dibattito pubblico.