
Vertice Straordinario della Lega Araba al Cairo
Nel pomeriggio di oggi, i leader arabi si sono incontrati al Cairo per un vertice straordinario della Lega Araba, con l’obiettivo di discutere e approvare un piano alternativo per la gestione della crisi a Gaza. Questo piano si pone in contrasto con la proposta del presidente americano Donald Trump, che prevedeva un controllo statunitense del territorio e l’espulsione della popolazione palestinese. La riunione, che ha visto la partecipazione di figure di spicco come il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi e il re del Bahrein, Hamad ben Issa Al Khalifa, si è svolta a porte chiuse per finalizzare e approvare la dichiarazione finale.
Il Piano Egiziano per la Ricostruzione di Gaza
Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha annunciato che al vertice sarebbe stato presentato un piano egiziano per l’approvazione. Sebbene i dettagli specifici non siano stati resi pubblici fino alla riunione, l’emittente panaraba Sky News Arabia ha rivelato alcuni elementi chiave del piano. Questo prevede il mantenimento del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, disposizioni per una governance transitoria e la garanzia della sicurezza, elementi essenziali per preservare le prospettive di una soluzione a due Stati.Il piano egiziano sottolinea anche l’importanza di una proposta progressiva per la gestione della Striscia durante la ricostruzione, tenendo conto della tutela del diritto del popolo palestinese a rimanere sulla propria terra. Si impegna inoltre a mantenere la calma attuale, a lavorare per la liberazione dei detenuti e dei prigionieri (inclusi gli ostaggi israeliani) e a garantire i diritti del popolo palestinese alla presenza continua sul proprio territorio senza spostamenti forzati.
Reazioni Internazionali e Partecipazione al Vertice
Il vertice ha visto la partecipazione di numerose personalità di spicco, tra cui il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, e i presidenti siriano Ahmed al-Sharaa (Jolani) e palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas). La presenza di leader di Angola, Libano, Yemen, Iraq, Libia, Mauritania e Comore, insieme ai ministri degli Esteri di Marocco e Algeria, ha sottolineato l’importanza e l’urgenza della questione di Gaza a livello internazionale.
La Proposta di Forze Internazionali di Mantenimento della Pace
Un elemento significativo del piano di ricostruzione è la proposta di dispiegare forze internazionali di mantenimento della pace nei territori palestinesi, in un contesto integrato per l’istituzione di uno Stato palestinese. L’emittente pubblica egiziana al Qaera ha anticipato che l’idea di una presenza internazionale nei territori palestinesi della Cisgiordania e di Gaza potrebbe essere esaminata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
La Richiesta di Demilitarizzazione di Gaza e la Risposta di Hamas
Parallelamente agli sforzi diplomatici, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha chiesto la ‘completa demilitarizzazione’ di Gaza come condizione per passare alla seconda fase dell’accordo sulla tregua. Sa’ar ha anche accusato Hamas di utilizzare gli aiuti umanitari come fonte di reddito per il terrorismo. In risposta, Sami Abu Zouhri, un leader di Hamas, ha dichiarato che il disarmo del movimento è una “linea rossa” e che le armi della resistenza non sono negoziabili.
Il Piano di Trump e la Stima dei Costi di Ricostruzione
Il piano del presidente americano Donald Trump, che prevedeva un controllo statunitense del territorio e l’espulsione della popolazione, è stato ampiamente respinto dai paesi arabi, dai palestinesi e da molte altre nazioni e organizzazioni internazionali. Al contrario, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso favore per il piano, affermando che “è giunto il momento di dare agli abitanti di Gaza la libertà di partire”. L’Onu stima che il costo per la ricostruzione di Gaza, un territorio in rovina dove circa 2,4 milioni di palestinesi sono assediati da Israele da quasi 17 anni, superi i 53 miliardi di dollari.
Considerazioni sulla Complessità della Situazione a Gaza
La situazione a Gaza rimane estremamente complessa, con molteplici sfide che devono essere affrontate simultaneamente. La ricostruzione del territorio, la garanzia della sicurezza, la governance transitoria e la prospettiva di una soluzione a due Stati sono tutti elementi interconnessi che richiedono un approccio coordinato e sostenibile. La divergenza di opinioni tra le parti coinvolte, in particolare tra Israele e Hamas, rappresenta un ostacolo significativo al raggiungimento di una pace duratura. Tuttavia, gli sforzi diplomatici in corso, come il vertice della Lega Araba e il piano egiziano, offrono una speranza per un futuro più stabile e prospero per la regione.