
L’irruzione di Trump e l’incontro con Zelensky
L’incontro nell’Ufficio Ovale tra Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scosso le fondamenta della politica americana e, di riflesso, il mondo dello spettacolo. L’evento, definito da Trump stesso come “ottima televisione”, ha gettato un’ombra sulla cerimonia degli Oscar, che il presidente dell’Academy Bill Kramer aveva sperato di mantenere apolitica grazie alla conduzione del comico Conan O’Brien.
Hollywood divisa: tra sostegno all’Ucraina e timori
Mentre Catherine Deneuve ha dedicato la serata dei Cesar all’Ucraina, la reazione di Hollywood è stata più cauta. Ben Stiller, già bersaglio di accuse infondate di propaganda russa, ha mostrato il suo sostegno all’Ucraina sui social media, attirandosi critiche. Pedro Pascal ha espresso ammirazione per Zelensky, mentre Carrie Coon ha criticato aspramente il vicepresidente JD Vance per il suo ruolo nell’incontro con Trump. Zelensky aveva chiesto di parlare agli Oscar, ma la sua richiesta era stata respinta per timore di favorire una causa a scapito di altre.
L’Ucraina in corsa per l’Oscar: ‘Porcelain War’ e il peso della guerra
Nonostante i tentativi di mantenere la politica fuori dalla cerimonia, l’Ucraina è presente tra i candidati all’Oscar con il documentario ‘Porcelain War’, che racconta la storia di tre artisti-soldato e ambisce a bissare il successo di ’30 giorni a Mariupol’. Il film esplora la fragilità e la resilienza dell’Ucraina, paragonandola alla porcellana: facile da rompere, difficile da distruggere.
La controversia ‘Anora’ e la candidatura di Yura Borisov
Un’altra fonte di controversia è il film ‘Anora’, con la candidatura di Yura Borisov come miglior attore non protagonista. Borisov, attore russo che ha lavorato anche in film di propaganda del Cremlino, è considerato un eroe nazionale in Russia. La sua presenza agli Oscar solleva interrogativi sulle divisioni causate dalla guerra in Ucraina e sulla possibilità per gli artisti russi di superare le barriere politiche.
Un equilibrio difficile tra arte e politica
La vicenda degli Oscar 2024 mette in luce il difficile equilibrio tra arte e politica. Mentre alcuni artisti scelgono di prendere posizione apertamente, altri preferiscono evitare di schierarsi per non compromettere la propria carriera o per non alimentare ulteriori divisioni. La cerimonia degli Oscar, da sempre vetrina per il cinema mondiale, si trova così a fare i conti con le tensioni geopolitiche e le responsabilità che derivano dal suo ruolo di piattaforma globale.