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Pithekoussai: Una finestra sul passato multiculturale di Ischia
L’isola d’Ischia, nell’VIII secolo a.C., si rivela essere un crogiolo di culture, un luogo dove le interazioni tra popoli diversi hanno plasmato una società unica e cosmopolita. A svelarlo è uno studio internazionale pubblicato sulla rivista iScience, guidato dall’Università di Padova, che ha analizzato i resti di oltre 50 individui rinvenuti nella necropoli di Pithekoussai, un sito chiave per la nascita della Magna Grecia. La ricerca ha coinvolto anche l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio Emilia, il Museo delle Civiltà di Roma, il Ministero della Cultura, l’Università L’Orientale di Napoli e l’Università Sapienza di Roma, offrendo una visione approfondita delle dinamiche sociali e culturali dell’epoca.
Analisi isotopiche: La chiave per svelare le origini
I ricercatori, guidati da Melania Gigante dell’Università di Padova, hanno utilizzato l’analisi isotopica dello stronzio per tracciare le origini degli individui sepolti e cremati nella necropoli. Lo stronzio, un elemento chimico presente in natura, viene assorbito dal corpo in modo simile al calcio e il suo rapporto isotopico varia a seconda della regione geografica. Analizzando questo rapporto nei resti umani, gli studiosi sono stati in grado di determinare se gli individui erano nativi dell’isola o provenivano da altre regioni del Mediterraneo.
“Grazie all’analisi del rapporto isotopico dello stronzio – spiega Gigante – il nostro studio ha identificato un’importante componente di stranieri a Pithekoussai, rivelando una società fortemente eterogenea in cui i nuovi arrivati, cioè greci, fenici e italici, convivevano e interagivano, contribuendo alla formazione di un’identità sociale sfaccettata e cosmopolita”.
Il ruolo sorprendente delle donne nella società di Pithekoussai
Uno dei risultati più interessanti dello studio è la scoperta del ruolo significativo delle donne nella costruzione della comunità ischitana. Contrariamente a quanto si pensava in precedenza, la società di Pithekoussai non era composta solo da coloni maschi e mercanti, ma anche da donne provenienti da diverse regioni del Mediterraneo.
“I dati – aggiunge Carmen Esposito dell’Università di Bologna, co-autrice dello studio – confermano l’immagine di un Mediterraneo di dialogo e mobilità durante il I millennio a.C.”. La presenza di donne straniere suggerisce che le interazioni culturali e biologiche a Pithekoussai erano più complesse di quanto si credesse, e che le donne hanno svolto un ruolo attivo nella formazione dell’identità sociale dell’isola.
Pithekoussai e il contesto storico-culturale
Pithekoussai, fondata dai Calcidesi intorno al 770 a.C., è considerata una delle prime colonie greche in Occidente. La sua posizione strategica nel Mar Tirreno la rese un importante centro commerciale e culturale, dove diverse popolazioni del Mediterraneo si incontravano e interagivano. La presenza di greci, fenici e italici a Pithekoussai testimonia la vivacità dei traffici commerciali e degli scambi culturali nell’VIII secolo a.C., un periodo cruciale per la nascita della civiltà greca in Italia meridionale.
Un mosaico di culture da preservare
La scoperta che l’isola d’Ischia fosse un crogiolo di culture più di 2.700 anni fa ci offre una prospettiva affascinante sulla complessità delle interazioni umane nel Mediterraneo antico. Pithekoussai si rivela un esempio straordinario di come la convivenza tra popoli diversi possa portare alla nascita di società cosmopolite e culturalmente ricche. Questa eredità multiculturale è un patrimonio prezioso che dobbiamo preservare e valorizzare, promuovendo il dialogo e lo scambio tra culture diverse.