Brasile: Corte Suprema respinge ricorso per l’uso dei bagni in base all’identità di genere
atlante
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La Corte Suprema respinge il ricorso
La Corte Suprema del Brasile (Stf) ha respinto con otto voti favorevoli e tre contrari un ricorso che chiedeva che le persone transgender potessero utilizzare i bagni pubblici in base al genere con cui si identificano. Il caso è sorto quando una donna transgender ha denunciato di essere stata vittima di discriminazione in un centro commerciale a Florianópolis, Santa Catarina, venendo costretta a lasciare il bagno delle donne perché la sua presenza causava imbarazzo.
Il voto del giudice relatore
Il giudice relatore, Roberto Barroso, rimasto in minoranza, si era espresso favorevolmente al ricorso sostenendo che i cittadini trans “hanno il diritto di essere trattati socialmente in conformità con la loro identità di genere, anche quando utilizzano i bagni pubblici”. “La discriminazione contro una persona transgender è un fatto incostituzionale”, ha aggiunto nella motivazione del suo voto.
Reazioni e critiche
La decisione della Corte Suprema ha suscitato forti critiche da parte di organizzazioni per i diritti LGBTQ+ che denunciano un passo indietro per i diritti delle persone transgender in Brasile. “Questa sentenza è una sconfitta per la dignità e i diritti delle persone transgender”, ha dichiarato un portavoce di una delle organizzazioni. “È un messaggio pericoloso che incoraggia la discriminazione e la violenza nei confronti di una comunità già vulnerabile.”
Un passo indietro per i diritti LGBTQ+?
La decisione della Corte Suprema brasiliana solleva preoccupazioni riguardo alla protezione dei diritti delle persone transgender in un Paese che, nonostante i progressi negli ultimi anni, continua a registrare un elevato tasso di violenza e discriminazione nei confronti della comunità LGBTQ+. La sentenza, seppur non vincolante per altre corti, potrebbe avere un impatto negativo sull’opinione pubblica e sulle politiche future in materia di diritti LGBTQ+. È importante ricordare che la dignità e l’autodeterminazione di genere sono diritti fondamentali che devono essere rispettati e tutelati da tutti.
