
Un’operazione di spionaggio ad alta tecnologia
L’intelligence militare di Kiev ha messo a segno un’operazione degna di un romanzo di spionaggio, manipolando un lotto di visori per piloti di droni destinati all’esercito russo. L’azione, che ricorda le controverse operazioni del Mossad in Libano, ha visto agenti del Gur acquisire un consistente numero di visori, modificandoli con un meccanismo di detonazione a distanza. Questi dispositivi alterati sono stati poi distribuiti alle unità di piloti di droni russi attraverso volontari che si fingevano donatori.
La notizia è stata riportata dal Financial Times, citando fonti direttamente a conoscenza dell’operazione, che ha richiesto un elevato livello di sofisticazione tecnologica e una pianificazione meticolosa.
Dettagli dell’operazione e reazioni
Sebbene non sia ancora chiaro se l’operazione abbia causato feriti tra i soldati russi, un funzionario del Gur ha dichiarato al Financial Times che si tratta di “un’operazione di successo ed è ancora in corso”. Il funzionario ha aggiunto che, sebbene tecnologicamente più complessa rispetto alle operazioni del Mossad, l’efficacia è limitata dal minor utilizzo di tali dispositivi da parte dei russi.
Un’altra fonte dell’intelligence ucraina, citata dal New York Post, ha invece parlato di “una serie di esplosioni di occhiali per droni durante il loro utilizzo da parte dei piloti” russi, con conseguenti feriti.
Da parte russa, un rappresentante della Npp, azienda che fornisce equipaggiamento all’esercito, ha confermato all’agenzia di stampa Tass che un lotto di occhiali per droni era stato sabotato con esplosivi che detonavano all’accensione. Igor Potapov della Npp ha specificato che gli occhiali erano stati donati come aiuto umanitario da un uomo di nome Roman e che, una volta aperti, è stato trovato del plastico in tutti i dispositivi.
La ‘guerra ombra’ tra Kiev e Mosca
L’episodio dei visori esplosivi rappresenta solo l’ultimo capitolo della ‘guerra ombra’ che vede contrapposte le agenzie di intelligence di Kiev e Mosca. Questa guerra, combattuta attraverso attentati, sabotaggi e attacchi a infrastrutture e catene di approvvigionamento, si svolge nell’ombra, con operazioni segrete che mirano a destabilizzare e indebolire il nemico.
Le operazioni di intelligence, spesso avvolte nel mistero, sono diventate una componente cruciale del conflitto, con entrambe le parti che cercano di ottenere un vantaggio strategico attraverso azioni clandestine.
Implicazioni e rischi di una guerra senza frontiere
L’operazione ucraina sui visori per droni solleva interrogativi inquietanti sull’escalation del conflitto e sull’uso di tattiche sempre più audaci e rischiose. Se da un lato la determinazione di Kiev a difendersi è comprensibile, dall’altro l’adozione di metodi che sfumano i confini tra obiettivi militari e civili potrebbe avere conseguenze imprevedibili. La ‘guerra ombra’, per sua natura, è difficile da controllare e rischia di alimentare un ciclo di vendette e rappresaglie che allontanano la prospettiva di una soluzione pacifica.