L’Europa perde terreno nella corsa agli investimenti per la mobilità elettrica
L’Europa sta perdendo terreno nella corsa agli investimenti per la mobilità elettrica. Nel 2023, i grandi gruppi dell’automotive globale hanno scelto di investire 58 miliardi di euro in Nord America, a fronte di 42 miliardi in Europa e 9 miliardi in Cina. Lo rileva l’ultima analisi del think tank Transport & Environment (T&E), che evidenzia come il continente europeo stia diventando meno attraente per gli investimenti nell’industria e nelle infrastrutture per la mobilità elettrica.
L’Italia tra i Paesi con meno investimenti
L’Italia, pur essendo un importante polo produttivo per Stellantis, è tra i Paesi in Europa – con Polonia, Slovacchia e Austria – che ha attirato meno investimenti tra i Ventisette, circa 1,3 miliardi di euro. Questo dato evidenzia come il nostro Paese, nonostante il ruolo chiave di Stellantis, non riesca a sfruttare appieno le opportunità offerte dal settore della mobilità elettrica.
L’attrazione delle politiche statunitensi
Secondo l’analisi di T&E, la crescente attrazione degli Stati Uniti per gli investimenti nel settore della mobilità elettrica è in parte dovuta alle politiche di sostegno come l’Inflation Reduction Act (IRA). Questo provvedimento, che prevede incentivi fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici prodotti negli Stati Uniti, ha attirato un flusso consistente di investimenti da parte di aziende straniere. Quasi due terzi (65%) degli investimenti in veicoli elettrici negli Stati Uniti provengono da industrie straniere, a differenza dell’Europa, dove l’80% dei finanziamenti per l’elettrificazione del trasporto su strada proviene dall’automotive europeo.
Il caso emblematico di Stellantis
L’analisi cita come ‘emblematico’ il caso di Stellantis, la seconda casa automobilistica europea, che ha diretto il 74% dei suoi investimenti in Nord America e ha impegnato appena il 10% in Europa. Questa scelta evidenzia come le aziende del settore stiano orientando le proprie strategie verso i mercati che offrono maggiori incentivi e opportunità di crescita.
L’assenza di una normativa europea per il taglio delle emissioni
Un altro fattore che pesa negativamente sull’attrattività dell’Europa per gli investimenti nella mobilità elettrica è l’assenza di una normativa europea per il taglio delle emissioni tra il 2025 e il 2030. Questa incertezza normativa crea un clima di instabilità per le aziende che devono pianificare i loro investimenti a lungo termine.
L’incertezza sull’obiettivo di emissioni zero per le autovetture fissato per il 2035
L’analisi di T&E evidenzia anche l’incertezza sull’obiettivo di emissioni zero per le autovetture fissato per il 2035, che potrebbe incorrere in una revisione con la pressione di molti governi, compreso quello italiano. Questa incertezza, unita alla mancanza di una strategia chiara per la transizione verso la mobilità elettrica, contribuisce a rendere l’Europa meno attraente per gli investimenti nel settore.
L’invito di T&E alle istituzioni europee
T&E invita le istituzioni europee a "porre fine all’incertezza sull’obiettivo di emissioni zero per le autovetture fissato per il 2035", sottolineando l’importanza di una politica industriale chiara e ambiziosa per favorire la transizione verso la mobilità elettrica. L’organizzazione ritiene che l’Europa debba adottare misure concrete per incentivare gli investimenti nel settore, come ad esempio l’introduzione di una normativa per il taglio delle emissioni e la creazione di un mercato unico per la mobilità elettrica.
La sfida dell’Europa per la mobilità elettrica
L’Europa si trova ad affrontare una sfida importante per la mobilità elettrica. La perdita di appeal per gli investimenti rischia di compromettere la sua leadership nel settore, con conseguenze negative per l’ambiente, l’economia e l’occupazione. È fondamentale che le istituzioni europee prendano provvedimenti concreti per incentivare gli investimenti e creare un contesto normativo stabile e favorevole alla transizione verso la mobilità elettrica. Il futuro della mobilità elettrica in Europa dipende dalla capacità di reagire a questa sfida e di adottare politiche che promuovano l’innovazione e la competitività del continente.