Il caso Abdallah: una lunga vicenda giudiziaria tra Francia e Italia
La vicenda giudiziaria di Georges Ibrahim Abdallah, militante libanese filo-palestinese, continua a tenere con il fiato sospeso i suoi sostenitori e a sollevare interrogativi sulla giustizia e la pena. La Corte d’appello di Parigi ha rinviato al 19 giugno l’attesa decisione sulla sua liberazione, mentre in Italia si è chiuso per prescrizione il caso che lo vedeva accusato di terrorismo.
Abdallah, 72 anni, è in carcere da 40 anni per il suo coinvolgimento nell’uccisione di due diplomatici stranieri nel 1982: l’addetto militare statunitense Charles Robert Ray e il diplomatico israeliano Yacov Barsimantov. Ritenuto il leader ideologico delle Farl (Fazioni armate rivoluzionarie libanesi), Abdallah ha sempre sostenuto di essere un combattente per la causa palestinese e non un criminale.
Le accuse in Italia: importazione di esplosivo per finalità terroristiche
Parallelamente alla vicenda francese, Abdallah era accusato in Italia di essere l’organizzatore del trasporto di 7,5 chili di plastico di produzione cecoslovacca, intercettato il 6 agosto 1984 durante un controllo su un treno al valico ferroviario di Opicina (Trieste). In quella occasione fu arrestato un affiliato alle Farl, Moh’d El Mansouri, condannato poi a 16 anni di carcere.
Il caso a carico di Abdallah si è chiuso nel novembre 2024 per prescrizione, con il deposito delle motivazioni della sentenza nei giorni scorsi. L’accusa era di importazione di armi da guerra e materiale esplosivo per finalità terroristiche.
La posizione degli Stati Uniti e le reazioni alla sentenza
Gli Stati Uniti, parte civile nel caso francese, si sono sempre opposti al rilascio di Abdallah. Nel novembre scorso, un tribunale francese aveva ordinato la sua liberazione a condizione che lasciasse il Paese, ma i procuratori antiterrorismo avevano presentato ricorso.
Il suo avvocato, Jean-Louis Chalanset, ha definito il motivo del rinvio della corte come “meschinità giudiziaria”, ricordando che membri di altri gruppi estremisti attivi negli anni ’70 e ’80 sono stati tutti liberati. Abdallah è uno dei detenuti più longevi in Francia.
Oggi, centinaia di persone hanno manifestato a Tolosa, vicino alla prigione dove è rinchiuso Abdallah, chiedendone il rilascio.
Il contesto storico e politico del caso Abdallah
Il caso di Georges Ibrahim Abdallah si inserisce in un contesto storico e politico complesso, segnato dal conflitto israelo-palestinese e dalla guerra civile libanese. Le Farl, di cui Abdallah era considerato il leader ideologico, erano un gruppo armato che si batteva per la causa palestinese e contro l’imperialismo occidentale.
Gli omicidi dei due diplomatici stranieri, per i quali Abdallah è stato condannato, si inseriscono in questa logica di conflitto e di lotta armata. La sua vicenda giudiziaria, ancora aperta dopo 40 anni di carcere, solleva interrogativi sulla giustizia, la pena e la possibilità di reinserimento sociale per chi ha commesso crimini politici.
Un caso emblematico tra giustizia, politica e diritti umani
Il caso di Georges Ibrahim Abdallah è emblematico delle complessità che si presentano quando la giustizia incontra la politica e i diritti umani. Da un lato, vi sono le vittime di atti terroristici e il diritto alla giustizia per crimini efferati. Dall’altro, vi è la questione della pena, della sua durata e della sua funzione riabilitativa. La vicenda di Abdallah, ancora irrisolta, invita a una riflessione profonda su questi temi.