Un’altra tragedia dietro le sbarre: il 39esimo suicidio del 2023
Un detenuto di 31 anni di origini pachistane, in attesa di giudizio per rapina e lesioni, si è impiccato ieri sera nel carcere romano di Regina Coeli. Lo rende noto la Uilpa Polizia Penitenziaria che, ricordando che “è il 39esimo suicidio di un detenuto dall’inizio dell’anno,” denuncia la “spirale di morte senza precedenti che investe il carcere nel sostanziale disinteresse della politica prevalente”.
Regina Coeli: un simbolo della crisi del sistema carcerario
“Del resto il carcere capitolino di Regina Coeli, con circa 1.140 detenuti presenti a fronte di una capienza di 628 posti regolamentari e con poco più di 300 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio, quando ne servirebbero almeno il doppio, è l’emblema della disfunzionalità e della crisi del sistema carcerario italiano che, palesemente, invalida il percorso prioritario della giustizia penale”, rileva il segretario del sindacato Gennarino De Fazio. “Di tutto questo però la politica, almeno quella prevalente e della maggioranza di governo, al di là di qualche dichiarazione di facciata, non sembra interessarsi compiutamente, così il tema penitenziario non trova spazio neppure nella campagna elettorale, salvo che dietro le sbarre non finisca proprio un politico o il ‘forti’ di turno”.
Sovraffollamento, carenza di personale e assistenza sanitaria inadeguata: un mix esplosivo
Secondo la Uilpa “sovraffollamento detentivo ormai giunto al 130%, penuria di organici della Polizia penitenziaria a cui mancano almeno 18mila unità e l’enorme problema dell’assistenza sanitaria e psichiatrica costituiscono un mix esplosivo. Perché, non va sottaciuto che, mentre nel Paese si dibatte, giustamente, delle vergognose liste d’attesa nella sanità, nelle carceri la situazione è ben peggiore”.
La Uilpa chiede un intervento immediato: “Non c’è più tempo”
Il sindacato rinnova ancora una volta la sua richiesta: “se non si vuole rischiare di sfondare ogni record nella conta dei morti in carcere, di carcere e per carcere, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni prendano atto dell’emergenza senza precedenti e varino un decreto-legge per consentire il deflazionamento della densità detentiva, assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria rafforzandone la formazione e il potenziamento della sanità inframuraria. Parallelamente, lo stesso Governo e il Parlamento avviino riforme strutturali e riorganizzative. Non c’è più tempo”.
Un sistema carcerario in crisi: un problema che va affrontato con urgenza
Il suicidio di un detenuto a Regina Coeli è un tragico evento che mette in luce la profonda crisi del sistema carcerario italiano. Il sovraffollamento, la carenza di personale e l’insufficienza dell’assistenza sanitaria sono fattori che contribuiscono a creare un ambiente di grande stress e disperazione per i detenuti. È necessario un intervento immediato e concreto da parte del Governo per affrontare questi problemi e garantire condizioni di vita dignitose e assistenza adeguata ai detenuti. Solo così si può sperare di ridurre il numero di suicidi e di garantire un sistema carcerario che rispetti i diritti umani e la dignità di ogni persona.