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Monitoraggio dell’Ingv: Tremore Vulcanico in Diminuzione
Secondo le ultime rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), osservatorio etneo di Catania, i valori del tremore vulcanico dell’Etna hanno subito un notevole calo, riposizionandosi su livelli medio-bassi. Questo parametro è un indicatore chiave dell’energia presente nei condotti interni del vulcano e della capacità di risalita del magma.
Segnali di una Possibile Fase Finale dell’Eruzione
La diminuzione del tremore vulcanico, che da livelli alti è precipitato a valori medio-bassi, potrebbe indicare una fase finale dell’attuale attività eruttiva. Tuttavia, gli esperti dell’Ingv sottolineano la necessità di confermare questa ipotesi con osservazioni dirette, attualmente rese difficili dalle avverse condizioni meteorologiche sull’Etna.
L’Eruzione di Febbraio: Colata Lontana dai Centri Abitati
L’attuale fase eruttiva è iniziata l’8 febbraio con una colata lavica apertasi alla base della Bocca Nuova, a quota 3.050 metri. I due fronti lavici sovrapposti hanno raggiunto quota 1.850 metri, rimanendo confinati in zone distanti dai centri abitati, evitando così impatti diretti sulle comunità locali.
Verifiche Ostacolate dal Maltempo
Le condizioni meteorologiche avverse sull’Etna rappresentano un ostacolo significativo per le verifiche dirette sul campo. La visibilità ridotta e le difficoltà di accesso rendono più complesso il lavoro degli esperti nel valutare con precisione l’evoluzione dell’attività vulcanica.
Cautela e Monitoraggio Continuo
La diminuzione del tremore vulcanico è un segnale incoraggiante, ma è fondamentale mantenere un approccio cauto e continuare il monitoraggio costante dell’Etna. Le dinamiche vulcaniche sono complesse e possono variare rapidamente, pertanto è essenziale non abbassare la guardia e attendere conferme definitive sulla conclusione dell’eruzione.