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Aumenta lo sforzo per l’affitto, diminuisce per l’acquisto
Una recente ricerca condotta da idealista, basata sui dati del quarto trimestre del 2023, rivela che in 17 province italiane i canoni di affitto superano il 30% del reddito familiare. Questo dato evidenzia un aumento dello sforzo economico necessario per affittare una casa, passato dal 26% al 30% del reddito familiare nell’ultimo anno. Parallelamente, lo sforzo richiesto per l’acquisto è diminuito di 3 punti, attestandosi al 18%.
Milano si distingue come la città dove lo sforzo per l’acquisto è calato maggiormente nell’ultimo anno, con una diminuzione del 7%. Questo dato suggerisce un miglioramento dell’accessibilità all’acquisto di immobili nel capoluogo lombardo, probabilmente dovuto a una combinazione di fattori come la stabilizzazione dei prezzi delle case e l’aumento dei redditi medi.
Firenze e Napoli: le città più care per l’affitto
Firenze si conferma la città più cara per l’affitto, con una percentuale del reddito familiare destinata alla locazione che raggiunge il 48%. Segue Napoli con il 47%, evidenziando una situazione di difficoltà per gli inquilini in queste due città. Altre città con percentuali elevate sono Como (36%), Roma e Venezia (41% ciascuna), e Milano (40%).
Questi dati indicano che in queste città, quasi la metà del reddito familiare è assorbita dal costo dell’affitto, lasciando poche risorse disponibili per altre spese essenziali. La situazione è particolarmente critica per le famiglie a basso reddito, che potrebbero trovarsi a dover scegliere tra pagare l’affitto e soddisfare altre necessità primarie.
Le città più economiche per l’affitto
In controtendenza rispetto alle città più care, alcuni capoluoghi offrono condizioni più favorevoli per gli inquilini. Terni e Vibo Valentia si distinguono come le città più economiche, con percentuali del reddito familiare destinate all’affitto pari rispettivamente al 13%. Altre città con percentuali inferiori alla media nazionale del 30% sono Brescia, Cagliari, Padova e Bolzano (29%).
Questi dati suggeriscono che in queste città è possibile trovare soluzioni abitative a costi più accessibili, offrendo agli inquilini una maggiore disponibilità di reddito per altre spese.
Variazioni dei canoni di affitto: aumenti e diminuzioni
Nel secondo trimestre del 2024, più della metà dei centri monitorati ha registrato aumenti dei canoni di affitto. I balzi più significativi si sono verificati a Napoli (9%), Como (8%), Roma e Lucca (entrambe 6%). Aumenti si sono registrati anche a Firenze (5%), Torino (4%), Genova (4%) e Bologna (3%).
In controtendenza, Milano ha visto una diminuzione dei canoni (-3%), insieme ad altri 21 capoluoghi. Le riduzioni più rilevanti si sono verificate a Pesaro (-5%), Massa (-9%) e Bolzano (-11%). Questi dati evidenziano una certa volatilità del mercato degli affitti, con variazioni significative da città a città.
Acquisto: meno sforzo nella maggior parte dei capoluoghi
Per quanto riguarda l’acquisto di immobili, quasi tutti i capoluoghi richiedono meno sforzo rispetto a un anno fa, ad eccezione di Belluno, che registra un aumento del 5%, e altri 15 centri che non hanno segnato variazioni. La maggiore differenza è stata registrata a Milano e Bolzano, con una diminuzione di 7 punti. Seguono i cali di Venezia (6 punti in meno) e Roma (3 punti in meno). Napoli registra una diminuzione di 2 punti.
Questi dati indicano che l’acquisto di una casa è diventato più accessibile nella maggior parte dei capoluoghi italiani, grazie a una combinazione di fattori come la stabilizzazione dei prezzi degli immobili e le politiche di sostegno all’acquisto della prima casa.
Un mercato immobiliare a due velocità: implicazioni e prospettive
I dati del 2024 delineano un mercato immobiliare italiano a due velocità, con l’affitto che diventa sempre più oneroso in alcune città e l’acquisto che offre maggiori opportunità in altre. Questa situazione riflette le dinamiche complesse dell’economia italiana, caratterizzata da disparità regionali e da una crescente polarizzazione dei redditi.
È fondamentale che le politiche pubbliche intervengano per mitigare queste disparità, sostenendo l’accesso all’abitazione per le fasce più deboli della popolazione e promuovendo uno sviluppo equilibrato del territorio. In particolare, è necessario incentivare la costruzione di alloggi sociali, regolamentare il mercato degli affitti e sostenere l’acquisto della prima casa per i giovani e le famiglie a basso reddito.