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L’addio a Milano: una scelta sofferta
Dopo anni di tentativi infruttuosi di ottenere un posto nel calendario ufficiale della Milano Fashion Week, il marchio John Richmond ha deciso di voltare pagina. Mena Marano, CEO di Arav, il gruppo napoletano che ha acquisito il brand nel 2016, ha espresso apertamente la propria delusione per la mancanza di supporto e riconoscimento da parte della Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI). “A Milano non abbiamo ricevuto una grande accoglienza”, ha dichiarato Marano, “abbiamo provato in tutti i modi a entrare in calendario, ma mi sono stancata di farmi umiliare”.
La CEO ha sottolineato come il brand Richmond, icona della storia della moda, sia stato ripetutamente ignorato, nonostante le numerose richieste formali e gli investimenti significativi. Le motivazioni addotte dalla CNMI, come la presunta mancanza di una distribuzione adeguata o la non conformità con le tendenze attuali, sono state definite “pretestuose” da Marano, che ha criticato la presenza di marchi considerati “inutili” sulle passerelle milanesi.
Londra chiama: un nuovo inizio alla Tate Modern
In netto contrasto con l’esperienza milanese, il British Fashion Council ha accolto a braccia aperte John Richmond, offrendo il proprio sostegno e invitando il brand a sfilare a Londra. Il 22 febbraio, la Tate Modern, prestigiosa location londinese, ospiterà un evento esclusivo per presentare la nuova collezione, accompagnata da un fashion movie e un party celebrativo. Questo ritorno a Londra segna un momento significativo per il designer, che torna a sfilare nella capitale britannica dopo 20 anni.
La scelta di Londra rappresenta una nuova opportunità per John Richmond di rafforzare la propria immagine e raggiungere un pubblico internazionale. La città, nota per la sua vivace scena creativa e la sua apertura alle nuove tendenze, offre un terreno fertile per il brand punk-rock, che ha saputo conquistare un posto di rilievo nel panorama della moda.
Espansione nel lusso e nuovi progetti
Il marchio John Richmond, che rappresenta l’80% del fatturato di Arav, prevede di chiudere il 2024 con un fatturato di 70 milioni di euro. Forte di questo successo, il brand ha siglato una partnership con l’emiratina Mira Developments per la realizzazione di residenze di lusso, hotel a cinque stelle e caffè esclusivi. Le prime realizzazioni sono previste a Dubai, Abu Dhabi e Ras Al Khaimah, per poi espandersi in Oman e in Russia.
Ma le ambizioni di John Richmond non si fermano al settore dell’ospitalità. Il brand è attivo anche nel mondo del design, con progetti per il Salone del Mobile, e ha ampliato la propria offerta con profumi, occhiali e scarpe, presentati rispettivamente al Mido e al Micam. Questa strategia diversificata testimonia la volontà del brand di consolidare la propria presenza nel mercato del lusso, offrendo prodotti e servizi esclusivi per un pubblico esigente.
Il futuro di John Richmond
Con la sfilata di giugno a Londra, John Richmond inaugura una nuova fase della sua storia. L’abbandono di Milano, seppur dettato da una scelta sofferta, rappresenta un’opportunità per il brand di reinventarsi e conquistare nuovi mercati. Grazie al sostegno del British Fashion Council e ai nuovi progetti nel settore del lusso, John Richmond si prepara ad affrontare le sfide del futuro con rinnovato entusiasmo e ambizione.
Resta da vedere se la Camera Nazionale della Moda Italiana rivedrà la propria posizione nei confronti del brand, riconoscendone il valore e il contributo alla storia della moda. Nel frattempo, John Richmond guarda avanti, puntando su Londra e su una strategia di espansione che lo porterà a consolidare la propria presenza nel panorama internazionale.
Riflessioni sul sistema moda italiano
La vicenda di John Richmond solleva interrogativi sul sistema moda italiano e sulla sua capacità di valorizzare i brand storici e di supportare le nuove realtà. La decisione di abbandonare Milano a favore di Londra evidenzia una certa rigidità e una mancanza di apertura da parte della Camera Nazionale della Moda Italiana, che sembra privilegiare determinati marchi a discapito di altri. È auspicabile che il sistema moda italiano sappia rinnovarsi e diventare più inclusivo, offrendo opportunità a tutti i brand che meritano di essere valorizzati.