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Il rispetto del dettame costituzionale
L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, ha rilasciato dichiarazioni a Tgcom24 in merito al primo caso di suicidio assistito avvenuto in Lombardia. Bertolaso ha sottolineato che la Regione ha agito nel pieno rispetto della Costituzione, dando seguito a una sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito il diritto al fine vita in presenza di determinati requisiti. “Noi abbiamo semplicemente seguito il dettame della Corte costituzionale, una sentenza della Consulta significa che diventa un diritto costituzionalmente acquisito”, ha affermato l’assessore.
I requisiti per il fine vita
Bertolaso ha ricordato i quattro requisiti fondamentali stabiliti dalla sentenza della Corte Costituzionale per poter accedere al suicidio assistito: la malattia deve essere incurabile, la persona deve essere tenuta in vita da macchinari, deve provare sofferenze atroci e deve essere cosciente e capace di esprimere la volontà di porre fine alla propria vita. L’assessore ha evidenziato che nel caso specifico, tutti questi requisiti erano presenti e sono stati attentamente valutati.
Il ruolo del comitato tecnico e del comitato etico
L’assessore Bertolaso ha spiegato che la Regione Lombardia ha istituito un comitato tecnico, presieduto da Giovanni Canzio, presidente emerito del tribunale di Milano, e composto da scienziati di fama internazionale, tra cui Mantovani e Zangrillo, per definire le procedure operative per l’attuazione della sentenza della Corte Costituzionale. Il comitato etico ospedaliero ha seguito personalmente il caso, fornendo le indicazioni necessarie e assicurando che tutto si svolgesse in coerenza con la Costituzione.
Un percorso scientifico e giuridico indiscutibile
Bertolaso ha espresso la convinzione che il percorso seguito dalla Regione Lombardia sia stato “indiscutibile” dal punto di vista scientifico e giuridico, e che possa rappresentare un punto di riferimento per eventuali casi futuri. L’assessore ha inoltre sottolineato di aver informato la magistratura ordinaria di Milano, che ha pienamente approvato il percorso adottato.
Divergenze politiche e rispetto delle opinioni
Pur riconoscendo che esistono divergenze di opinioni a livello politico, Bertolaso ha ribadito il suo ruolo di tecnico e il suo impegno a rispettare il dettame costituzionale. L’assessore ha concluso affermando che la Regione Lombardia ha dimostrato che è possibile dare seguito al diritto al fine vita anche in assenza di una legge regionale specifica, e che spetterà ora alle autorità politiche decidere la strada da seguire.
Un tema delicato e complesso
Le dichiarazioni dell’assessore Bertolaso evidenziano la complessità e la delicatezza del tema del suicidio assistito. La Regione Lombardia ha agito in ottemperanza a una sentenza della Corte Costituzionale, ma è evidente che la questione suscita ancora forti dibattiti e divisioni a livello politico e sociale. È auspicabile che il confronto continui in modo sereno e costruttivo, nel rispetto delle diverse posizioni e con l’obiettivo di trovare soluzioni che tutelino la dignità e la libertà di scelta delle persone.