La scomparsa di Tomas Franchini
Il corpo di Tomas Franchini, alpinista e guida alpina di 35 anni di Madonna di Campiglio, è stato ritrovato senza vita sul Cashan, una cima della cordigliera andina del Perù del nord. Franchini era scomparso domenica 2 giugno, quando era stato visto precipitare dalla parete nord est del Cashan durante una scalata con l’altro alpinista, il cileno Cristobal Senoret.
La notizia è stata data dal fratello di Tomas, Silvestro Franchini, anch’egli guida alpina e maestro di sci, attraverso un messaggio sui social. “I soccorritori – ha scritto – han fatto fatica a trovarti perché guardavano per terra, dovete guardare in cielo (…)”. E ancora: “Dovete guardare lì, non dovete guardare giù. Hai vissuto poco ma hai lasciato il segno. In montagna eri il migliore di tutti, con margine”.
Franchini era un alpinista esperto, con all’attivo numerose scalate di alto livello, tra cui la scalata del Monte Edgar, nella regione del Sichuan, in Cina, nel 2017. Aveva ottenuto due candidature al Piolet d’Or e aveva vinto due volte il premio “Paolo Consiglio” del Club alpino accademico italiano.
Nel 2019 aveva partecipato a “Strike!”, il concorso promosso dalla Fondazione Demarchi e dalla Provincia di Trento che si rivolge ai giovani dai 18 ai 35 anni che hanno storie di vita che possono essere d’ispirazione per altri giovani. “Sono stato nell’estremo est dell’Himalaya, in una valle inesplorata ai piedi di questa parete vergine che non era mai stata scalata prima e l’ho scalata da solo. Scalare questa parete in così poco tempo mi ha insegnato a cogliere l’attimo. Vivere da solo in questa natura inesplorata mi ha insegnato a vivere come in origine, con l’essenziale”, raccontava nel video di presentazione della sua candidatura.
Cristobal Senoret, che scalava con Franchini il Cashan, ha espresso il suo cordoglio su Instagram: “Hai percorso la cresta in modo incomparabile – ha scritto -, muovendoti con molta calma e godendoti le tue montagne, nel luogo in cui eri più felice e appagato, non ho mai pensato che con un alpinista come te ci potesse essere un viaggio di non ritorno, mi hai sempre trasmesso quella sicurezza che avevi nel muoverti nel tuo cosiddetto tempio, le montagne, con un’etica e dei valori ammirevoli, rispettando, imparando, godendo di ogni passo e di ogni respiro con esse”.
La morte di Luca Bernini
In mattinata si è verificato un altro incidente mortale in montagna, che ha coinvolto l’alpinista piacentino Luca Bernini, di 35 anni, istruttore del Club alpino italiano.
Bernini è precipitato dalla parete est del Cervino mentre stava scendendo con gli sci, probabilmente a causa di una scivolata. Il corpo è stato recuperato da Air Zermatt e le indagini sull’accaduto sono affidate alla Police cantonale di Sion.
Un triste bilancio
La morte di due alpinisti esperti come Tomas Franchini e Luca Bernini è un duro colpo per il mondo dell’alpinismo. Entrambi erano appassionati della montagna, e la loro scomparsa lascia un vuoto incolmabile tra i loro amici, familiari e la comunità alpinistica. Questi incidenti ci ricordano i rischi intrinseci di questa attività e la necessità di prudenza e rispetto per la montagna.