Fogli di via per ‘crimini ambientali’
Extinction Rebellion ha ‘consegnato’ un foglio di via per ‘crimini ambientali’ diretto al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e all’amministrazione comunale. Uno striscione di color rosa è stato appeso dal balcone di Palazzo Papadopoli, vicino a piazzale Roma, e a altri ‘fogli di via’ più piccoli sono stati attaccati alle ringhiere.
Tra gli autori vi sono alcuni attivisti che a dicembre erano stati espulsi da Venezia per aver colorato di verde per un paio d’ore, con un sale idrosolubile e innocuo, le acque del Canal Grande. “Ma la cura di Venezia – afferma una loro nota – continua ad essere messa in secondo piano rispetto al profitto, proprio da chi oggi amministra questa città: per questo abbiamo appeso questi fogli di via, perché i veri criminali sono loro”.
Le conseguenze dell’azione di dicembre
La Questura di Venezia aveva notificato 27 denunce per quattro diversi reati, due daspo urbani accompagnati da quattro multe e sette fogli di via. Una settimana dopo, uno dei fogli di via era stato dichiarato illegittimo perché dato a una studentessa dell’Università Ca’ Foscari. Dopo cinque mesi le denunce sono state archiviate, ad esclusione di quella per interruzione di pubblico servizio. Il Tar Veneto, il 23 maggio scorso, ha rifiutato la sospensiva dei fogli di via.
Extinction Rebellion denuncia l’accanimento
Extinction Rebellion denuncia per questo “un accanimento contro chi protesta pacificamente per denunciare la mancanza di politiche ambientali e di prevenzione dei danni alla salute. Il turismo di massa sta devastando l’ecosistema lagunare e il benessere di Venezia stessa. I livelli di inquinamento delle acque e dell’aria sono ormai fuori controllo, in particolare nei siti del Polo Industriale di Porto Marghera”.
La lotta per la salvaguardia di Venezia
L’azione di Extinction Rebellion, pur in un contesto di tensioni e di interpretazioni diverse, pone al centro del dibattito la questione della salvaguardia di Venezia. Il gruppo ambientalista denuncia un modello di sviluppo che privilegia il profitto a discapito della cura dell’ambiente e del benessere della città. Le accuse di ‘accanimento’ contro gli attivisti sollevando interrogativi sull’equilibrio tra il diritto alla protesta e la tutela dell’ordine pubblico.