Tasse universitarie: un fardello pesante per gli studenti italiani
La situazione della tassazione universitaria in Italia è tutt’altro che rosea. Secondo la ricerca ‘Università quanto mi costi’, realizzata dall’Unione degli Universitari (Udu), la tassa media per gli studenti iscritti agli atenei pubblici oscilla tra i 900 e i 1000 euro all’anno, mentre per gli atenei privati si arriva ad una media di 3.408 euro.
Il gettito complessivo derivante dalla contribuzione studentesca per gli atenei pubblici italiani si attesta intorno a 1,5 miliardi di euro, che diventano 1,8 miliardi considerando tutti i proventi per la didattica.
Tasse fuori legge: 11 atenei superano il limite del 20%
La denuncia più grave riguarda la violazione della normativa vigente da parte di alcuni atenei. Secondo l’Udu, almeno 11 atenei pubblici applicano tasse illegali, superando il limite del 20% del finanziamento statale. Il Consiglio di Stato ha già condannato l’Università di Torino a rimborsare 39 milioni di euro dopo un ricorso dell’Udu.
Tra gli atenei che secondo la ricerca superano il limite legale si trovano: Insubria, Politecnico di Milano, Venezia Ca’ Foscari, Milano Bicocca, Milano Statale, Verona, Bologna, Piemonte Orientale, Modena-Reggio Emilia, Padova e probabilmente Venezia IUAV.
Questi atenei, secondo una prima simulazione, raccolgono illegalmente 68 milioni di euro. Con una seconda simulazione, altri 3 atenei (Udine, Pavia e Torino) si aggiungono alla lista, portando il totale dello sforamento a 92 milioni di euro.
Divari territoriali: il Nord Italia più caro del Sud
La ricerca evidenzia poi enormi divari territoriali nella tassazione media tra gli atenei italiani. Le università del Nord Italia tendono a ottenere un gettito estremamente più elevato rispetto a quelle del Sud, aggravando ulteriormente le disuguaglianze regionali.
Si passa da una tassa media per iscritto pari a 400-500 euro per Sassari, Foggia, Napoli Orientale e Calabria fino a un massimo di 1400-1600 euro per Insubria, Politecnico di Milano e i due atenei di Venezia.
L’ateneo con il gettito più alto percepisce una tassa media che è superiore di tre volte e mezzo quella dell’ateneo con il gettito più basso.
L’Udu chiede la gratuità dell’istruzione universitaria
L’Udu chiede al Governo di intervenire immediatamente per porre fine a questa situazione di illegalità e di disuguaglianza. L’organizzazione studentesca ribadisce la necessità di un’istruzione universitaria completamente gratuita e finanziata dalla fiscalità generale.
Secondo l’Udu, è necessario uno stanziamento aggiuntivo pari a 2,2 miliardi di euro per garantire la gratuità dell’università a tutti gli studenti italiani.
Un confronto con l’Europa
La ricerca dell’Udu mette in luce anche il fatto che la tassazione universitaria italiana è tra le più alte d’Europa. Nonostante alcuni interventi calmieranti dal 2017 al 2021, che hanno innalzato l’esonero totale a 22mila punti ISEE, l’Udu si preoccupa che il Governo Meloni abbia fermato qualsiasi progresso nella riduzione delle tasse.
Il timore è che gli studenti siano esposti al rischio di un ulteriore aumento delle tasse universitarie.
Il futuro dell’istruzione universitaria in Italia
La ricerca dell’Udu solleva importanti questioni sul futuro dell’istruzione universitaria in Italia. La mancanza di un sistema di finanziamento pubblico adeguato e la disparità territoriale nella tassazione universitaria mettono a rischio l’accesso all’istruzione superiore per molti studenti, soprattutto quelli provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati. La gratuità dell’università, come proposto dall’Udu, potrebbe essere una soluzione per garantire a tutti gli studenti la possibilità di accedere a un’istruzione di qualità, indipendentemente dalle loro condizioni economiche. Tuttavia, è necessario un dibattito pubblico serio e approfondito per affrontare questa sfida complessa e trovare soluzioni sostenibili per il futuro dell’istruzione universitaria italiana.