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Difesa dei Servizi Segreti e Tutela dei Giornalisti
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha preso le difese dei servizi segreti italiani durante il question time alla Camera, in risposta alle interrogazioni sull’utilizzo di programmi informatici “spia”, come lo spyware Graphite. Ciriani ha respinto le accuse di spionaggio ai danni dei giornalisti, affermando che il governo è pronto ad adire le vie legali contro chiunque abbia diffuso tali accuse. Ha inoltre sottolineato che i servizi segreti, come tutte le intelligence del mondo, utilizzano strumenti forniti da aziende come Paragon Solutions per contrastare organizzazioni terroristiche o criminali, nel rispetto della Costituzione e delle leggi, in particolare la legge 3 agosto 2007, n. 124, che tutela specificamente i giornalisti.
Ciriani ha precisato che la società Paragon Solutions ha fornito il servizio con massima professionalità e serietà, e che nessun contratto è stato rescisso. Ha aggiunto che l’autorità giudiziaria è competente per accertare l’origine delle vulnerabilità denunciate e che i servizi italiani sono pronti a fornire tutto il supporto necessario. Il direttore di Aise ha già fornito chiarimenti al Copasir, e ulteriori audizioni sono previste nelle prossime settimane.
La Posizione del Governo sulla Questione Palestinese
In risposta a un’interrogazione su Gaza e il piano Trump per il futuro della Striscia, Ciriani, a nome del ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha ribadito la posizione del governo italiano a favore di una soluzione “due popoli, due Stati” come unico orizzonte possibile per la convivenza pacifica e sicura tra israeliani e palestinesi. Ha sottolineato che Hamas non può tornare a controllare la Striscia e che la priorità è sostenere il cessate il fuoco e la ricostruzione materiale e sociale della regione.
Ciriani ha aggiunto che solo un governo palestinese forte potrà esercitare la sovranità su Gaza, eventualmente con il supporto di una missione internazionale a guida araba sotto l’egida delle Nazioni Unite, a cui l’Italia è pronta a partecipare. Ha evidenziato il ridispiegamento della Missione europea Eubam Rafah come un passo importante per consentire all’Autorità nazionale palestinese di tornare ad esercitare la sovranità sul valico di Rafah, cruciale per l’accesso degli aiuti umanitari.
Accordo con l’Albania per la Gestione dei Migranti
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha risposto alle interrogazioni sull’attuazione del Protocollo con l’Albania in materia migratoria, ribadendo l’impegno del governo a portare avanti il progetto. Ha affermato che il governo sta lavorando per superare gli ostacoli incontrati e sviluppare le potenzialità delle strutture in Albania, che includono un hotspot, un luogo di trattenimento per le procedure accelerate di frontiera e un centro di permanenza per il rimpatrio, il cui utilizzo non comporterà oneri aggiuntivi.
Piantedosi ha sottolineato che il contrasto al business criminale legato all’immigrazione irregolare è prioritario per governare il fenomeno migratorio nel rispetto degli obblighi internazionali ed europei. Ha evidenziato l’interesse di 15 Paesi europei e della Commissione europea verso l’iniziativa, sottolineando l’importanza di esplorare l’idea di sviluppare hub di rimpatrio fuori dall’Unione europea. Ha inoltre menzionato il riferimento esplicito al Protocollo come valido esempio di cooperazione innovativa con un Paese terzo nel documento di discussione della Presidenza polacca del Consiglio Ue degli Affari interni.
Valutazioni sul Question Time
Il question time alla Camera ha offerto uno spaccato delle priorità del governo, dalla difesa dell’operato dei servizi segreti alla gestione dei flussi migratori e alla politica estera. Le risposte del ministro Ciriani hanno evidenziato la volontà di tutelare l’operato dell’intelligence, pur aprendo alla possibilità di aggiornamenti legislativi. Le dichiarazioni di Piantedosi hanno confermato l’impegno del governo a portare avanti l’accordo con l’Albania, nonostante le critiche, sottolineando l’interesse europeo verso tale iniziativa. Resta da vedere come si evolveranno le indagini sull’utilizzo di spyware e quali saranno gli sviluppi concreti dell’accordo con l’Albania, sia in termini di gestione dei migranti che di impatto sulle relazioni internazionali.