La nuova legge sulla comunicazione sociale di Cuba: un passo avanti o un passo indietro?
La controversa Legge sulla comunicazione sociale di Cuba, che ignora la stampa non ufficiale e consente la pubblicità per la prima volta dal trionfo della Rivoluzione comunista (1959), è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del Paese caraibico oltre un anno dopo la sua approvazione parlamentare.La normativa è la prima di questo tipo sull’isola in 70 anni e combina l’allineamento politico dei media autorizzati, la regolamentazione degli ‘influencer’ digitali e una certa apertura a pubblicità e sponsorizzazioni.
Critiche e preoccupazioni sulla nuova legge
Il testo è stato duramente criticato da varie ong e media esterni all’orbita dello Stato, i quali sostengono che censuri contenuti contrari alla narrativa ufficiale e lasci alla deriva i giornali digitali indipendenti.Le norme vietano, tra le altre cose, la diffusione di informazioni che potrebbero “destabilizzare lo Stato socialista” sia nei media che nel “cyberspazio”. Allo stesso modo, sottolinea che è consentita solo la legalità dei media legati allo Stato e al Partito comunista cubano.
Il contesto della nuova legge
La Costituzione cubana del 2019 afferma che i media nazionali “sono proprietà socialista” e “non possono essere oggetto di nessun altro tipo di proprietà”.La nuova legge si inserisce in un contesto di crescente pressione internazionale sul governo cubano per una maggiore apertura e libertà di espressione. Tuttavia, la normativa sembra puntare a rafforzare il controllo statale sui media e a limitare la libertà di informazione.
Un futuro incerto per la libertà di stampa a Cuba
La nuova legge sulla comunicazione sociale di Cuba rappresenta un passo significativo nella regolamentazione del panorama mediatico del paese. Tuttavia, le sue disposizioni restrittive sollevano seri dubbi sulla libertà di stampa e sulla possibilità di un dibattito pubblico libero e indipendente. È importante monitorare attentamente l’applicazione della legge e il suo impatto sul giornalismo indipendente a Cuba. Sarà interessante vedere se questa normativa aprirà la strada a una maggiore apertura e pluralismo mediatico, o se, al contrario, contribuirà a consolidare il controllo statale sull’informazione.