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Un sistema di crudeltà autorizzata
Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal, nelle carceri russe vige un sistema di crudeltà autorizzata nei confronti dei prigionieri ucraini. Da quasi tre anni, alle guardie carcerarie viene comunicato un messaggio inquietante: “Siate crudeli, non abbiate pietà”. Questa direttiva, secondo le ricostruzioni, ha creato un clima in cui le regole normali non si applicano ai prigionieri ucraini, aprendo la strada a violenze senza restrizioni.
Torture e abusi sistematici
Le testimonianze raccolte dal Wall Street Journal descrivono un quadro di abusi sistematici e torture. Gli ex funzionari carcerari, ora sotto protezione testimoni, hanno riferito di scosse elettriche sui genitali dei prigionieri, somministrate fino all’esaurimento delle batterie. Le botte, inflitte con vari strumenti, sono all’ordine del giorno. Queste pratiche disumane, secondo le fonti, sono state avallate e incoraggiate dalle autorità carcerarie.
Le testimonianze alla Corte Penale Internazionale
Tre ex funzionari carcerari, che hanno assistito a queste atrocità, hanno testimoniato alla Corte Penale Internazionale (CPI). Le loro rivelazioni, insieme ad altre prove, potrebbero contribuire a far luce sui crimini di guerra commessi durante il conflitto in Ucraina. La CPI, che ha già emesso mandati di arresto per funzionari russi accusati di crimini di guerra, sta conducendo un’indagine approfondita sulla situazione nelle carceri russe.
Il silenzio e la negazione delle autorità russe
Le autorità russe, finora, non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alle accuse di torture e abusi nelle carceri. In passato, il governo russo ha negato ripetutamente di aver commesso crimini di guerra in Ucraina, accusando invece le forze ucraine di atrocità. La mancanza di trasparenza e la negazione delle accuse sollevano ulteriori preoccupazioni sulla situazione dei prigionieri ucraini nelle carceri russe.
Una violazione dei diritti umani che non può essere ignorata
Le rivelazioni del Wall Street Journal sono profondamente inquietanti e sollevano interrogativi urgenti sulla necessità di proteggere i diritti umani dei prigionieri di guerra. La comunità internazionale deve condannare con fermezza queste pratiche disumane e chiedere un’indagine indipendente e trasparente per accertare le responsabilità e garantire che i colpevoli siano portati davanti alla giustizia. Il silenzio e l’indifferenza non sono un’opzione.