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Il contesto degli arresti
Niloufar Hamedi e Elaheh Mohammadi sono state arrestate nel settembre 2022, poco dopo la morte di Mahsa Amini, una giovane donna deceduta mentre era sotto custodia della polizia morale iraniana per aver presumibilmente violato le rigide leggi sull’abbigliamento femminile. Hamedi, che lavorava per il quotidiano Shargh, è stata tra le prime a diffondere la notizia della morte di Amini e a pubblicare una foto dei suoi genitori che piangevano in ospedale. Mohammadi, giornalista del quotidiano Hammihan, aveva invece scritto un reportage dal funerale di Amini. Entrambe le giornaliste sono state accusate di propaganda contro lo Stato e di cospirazione contro la sicurezza nazionale, accuse che hanno sempre negato.
Le accuse e i processi
I processi a carico di Hamedi e Mohammadi si sono svolti a porte chiuse e sono stati ampiamente criticati dalle organizzazioni per i diritti umani, che hanno denunciato la mancanza di trasparenza e le irregolarità procedurali. Nel corso dei mesi, diverse associazioni di giornalisti e attivisti hanno lanciato appelli per la loro liberazione, sottolineando il ruolo fondamentale svolto dai media nel documentare eventi di interesse pubblico. La condanna iniziale delle giornaliste aveva suscitato forti reazioni a livello internazionale, con appelli da parte di governi e organizzazioni non governative per la loro immediata liberazione.
La grazia di Khamenei
La notizia della grazia concessa da Ali Khamenei rappresenta un evento significativo, sebbene il significato politico e le implicazioni a lungo termine restino da valutare. La decisione del leader supremo potrebbe essere interpretata come un tentativo di placare le crescenti critiche internazionali nei confronti del regime iraniano in materia di diritti umani e libertà di stampa. Tuttavia, è importante notare che numerosi altri giornalisti e attivisti rimangono in carcere in Iran, e la situazione generale della libertà di espressione nel paese resta preoccupante.
Reazioni internazionali
La notizia della grazia ha suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. Mentre alcune organizzazioni per i diritti umani hanno accolto con favore la decisione, sottolineando l’importanza di liberare tutti i prigionieri politici, altre hanno espresso cautela, evidenziando la necessità di ulteriori riforme per garantire la libertà di stampa e di espressione in Iran. Diversi governi hanno rilasciato dichiarazioni in cui si auspica che la grazia concessa a Hamedi e Mohammadi possa rappresentare un primo passo verso un miglioramento della situazione dei diritti umani nel paese.
Un passo avanti, ma la strada è ancora lunga
La grazia concessa a Niloufar Hamedi e Elaheh Mohammadi è senza dubbio un segnale positivo, ma non deve farci dimenticare la difficile situazione in cui versano i giornalisti e gli attivisti in Iran. È fondamentale continuare a monitorare la situazione e a esercitare pressione sul regime affinché rispetti i diritti umani e le libertà fondamentali. La liberazione di queste due coraggiose giornaliste è un passo nella giusta direzione, ma la strada verso una vera libertà di stampa e di espressione in Iran è ancora lunga e tortuosa.