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Indagini a tutto campo per identificare i responsabili
Le indagini della Digos sono in pieno svolgimento per identificare gli autori dell’atto vandalico perpetrato alla foiba di Basovizza nella notte tra venerdì e ieri. Gli investigatori stanno esaminando a fondo ogni pista, avvalendosi anche delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti sul territorio. La priorità è fare luce su questo gesto oltraggioso che ha colpito un luogo simbolo della memoria storica.
Il ritrovamento delle scritte e il loro significato
La foiba di Basovizza, situata in un’area isolata del Carso triestino, è stata profanata con scritte che inneggiano al titismo e contengono messaggi oltraggiosi. Gli operai, giunti sul posto per allestire i palchi in vista della cerimonia solenne del Giorno del Ricordo, hanno scoperto le scritte sull’asfalto all’ingresso del monumento. Tra queste, due scritte in sloveno, “Trst je nas” (Trieste è nostra) e “Smrt Fasizmu Svoboda Norodom” (Morte al fascismo libertà al popolo), e una in italiano: “è un pozzo”, seguita dal numero “161”, che potrebbe ricondurre alla sigla “Afa”, Antifascist Action.
Ipotesi al vaglio e possibili responsabili
Gli inquirenti stanno valutando diverse ipotesi per risalire agli autori dell’atto vandalico. Non si esclude che possa trattarsi dell’azione di qualche nostalgico titino, come anche di un gruppo organizzato con motivazioni politiche. L’utilizzo di un codice alfanumerico per rivendicare l’azione lascia supporre una certa premeditazione e un’organizzazione dietro il gesto.
Misure di sicurezza rafforzate in vista del Giorno del Ricordo
In seguito all’atto vandalico, è stato disposto un presidio fisso delle forze dell’ordine nei pressi del monumento. In vista della cerimonia solenne e della ricorrenza del Giorno del Ricordo, i controlli verranno ulteriormente rafforzati per garantire la sicurezza e il rispetto del luogo.
Riflessioni sull’atto vandalico e la memoria storica
L’atto vandalico alla foiba di Basovizza rappresenta un affronto alla memoria storica e un tentativo di negare le sofferenze patite dalle vittime delle foibe. È fondamentale condannare fermamente tali gesti e ribadire l’importanza di preservare la memoria storica per costruire un futuro di pace e convivenza civile. Le indagini in corso dovranno fare piena luce sull’accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.