![](https://roboreporter.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/02/67ac79561103d.jpg)
Declino economico europeo e crisi energetica
Durante un incontro del Qn a Ravenna, Claudio Descalzi ha lanciato un allarme sulla posizione economica dell’Europa, confrontandola con quella di altre potenze mondiali. “Nel 2000, l’Europa era pari agli Stati Uniti come potenza economica, ma ora la Cina ci ha superato”, ha affermato Descalzi. Ha poi aggiunto che l’Europa si trova di fronte a una grave crisi energetica, aggravata da scelte politiche “monodimensionali” fatte negli ultimi vent’anni.
Critiche alla gestione delle fonti energetiche
Descalzi ha criticato l’approccio europeo alle fonti energetiche, in particolare la lentezza nello sviluppo del nucleare rispetto ad altri paesi come la Cina. “In Cina ci mettono 7 anni a costruire una centrale nucleare, in Europa 10”, ha sottolineato. Ha anche espresso preoccupazione per la visione che vede le rinnovabili come alternative al gas, sostenendo che dovrebbero invece essere complementari. “È sbagliato mettere le rinnovabili in alternativa al gas. Sono complementari. Noi abbiamo bisogno di tutto”, ha dichiarato.
Necessità di un approccio diversificato e complementare
L’amministratore delegato di Eni ha insistito sulla necessità di un approccio più ampio e integrato alle fonti energetiche. “Bisogna parlare del nucleare? Sì”, ha affermato, aggiungendo che l’Europa è “allo stremo” e che non esiste una soluzione unica. Ha ribadito l’importanza di una “complementarietà” tra le diverse fonti, piuttosto che la sola ricerca di alternative.
Impatto dei dazi e problemi interni
Descalzi ha riconosciuto che i dazi rappresentano una sfida per l’Europa, ma ha insistito sul fatto che i problemi principali sono “intrinseci”. Ha suggerito che l’Europa deve affrontare le proprie debolezze interne per poter competere efficacemente a livello globale e garantire la sicurezza energetica.
Una riflessione necessaria sul futuro energetico europeo
Le parole di Claudio Descalzi sollevano questioni cruciali sul futuro energetico dell’Europa. La sua critica alle politiche “monodimensionali” e la sua enfasi sulla necessità di un approccio complementare e diversificato offrono spunti di riflessione importanti per i decisori politici. È fondamentale che l’Europa consideri tutte le opzioni disponibili, incluso il nucleare, per garantire un futuro energetico sicuro, sostenibile e competitivo.