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Un Atto Vergognoso alla Vigilia del Giorno del Ricordo
“È una cosa assolutamente vergognosa perché noi abbiamo veramente pagato tanto”. Con queste parole cariche di dolore e indignazione, Anna Maria Mori, giornalista e scrittrice istriana, nata a Pola e costretta all’esodo all’età di nove anni, ha commentato con l’ANSA l’atto vandalico perpetrato alla foiba di Basovizza, un luogo simbolo della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. L’atto vandalico giunge alla vigilia del Giorno del Ricordo, la solennità civile italiana che si celebra il 10 febbraio di ogni anno in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
Un Dolore Che Persegue Come l’Antisemitismo
“È un orrore che come popolo ci perseguita. È un po’ simile all’antisemitismo che perseguita gli ebrei”, ha proseguito Mori, paragonando la sofferenza degli esuli istriani alla persecuzione subita dagli ebrei. “Anche noi come istriani abbiamo vissuto questa nostra tragedia e abbiamo pagato con un silenzio imposto per quasi 50 anni dalla politica sulla nostra storia, che è stata negata fino al Giorno del Ricordo”. Mori ha denunciato il silenzio e la negazione che hanno avvolto la storia degli esuli per decenni, un silenzio rotto solo con l’istituzione del Giorno del Ricordo. Ha inoltre criticato una certa parte dell’Italia che ha diffuso una “vulgata anti-noi, anti-Istria, che ci ha criminalizzato, che ha dichiarato che eravamo tutti fascisti e noi non lo eravamo, eravamo solo povera gente”.
Scritte in Sloveno e Negazionismo Persistente
Mori ha sottolineato che gli scritti vandalici sulla foiba di Basovizza sono in sloveno, ipotizzando che siano opera di membri della comunità slovena che mal tollerano la commemorazione di questa pagina di storia. “La comunità slovena che abita in quelle zone, anche a Trieste, è quella che mal digerisce che si parli di questa storia. La scritta in sloveno penso che sia opera loro, mi pare buffo che sia opera di italiani”. La giornalista-scrittrice ha poi evidenziato come gli atti vandalici ai monumenti dedicati alle foibe siano una triste costante in occasione del Giorno del Ricordo. “Gli insulti, le offese ai monumenti alle foibe in tutta Italia ci sono tutti gli anni per il Giorno del Ricordo, non è una novità”. Ha definito la foiba di Basovizza come “la più simbolica, è come se fosse il Monumento al Milite Ignoto per noi istriani”.
Aggressioni e Persecuzioni Durante le Presentazioni dei Libri
Mori, autrice di importanti opere sull’Istria come “Bora”, “Nata in Istria” e “L’anima altrove”, oltre a due documentari, ha raccontato di aver subito aggressioni, insulti e persecuzioni durante le presentazioni dei suoi libri, da parte di una “nicchia resistente che continua a negare, a non voler vedere questa verità che come dice Gramsci è sempre rivoluzionaria”. Ha inoltre lamentato la difficoltà nel reperire documentazione per i suoi libri, a causa di una “ignoranza diffusa coperta dalla ideologia”.
Un Appello per il Giorno del Ricordo
In conclusione, Anna Maria Mori ha espresso il suo auspicio per il Giorno del Ricordo: “Che piano piano la gente cominci a capire che noi siamo parte della storia nazionale, non siamo un popolo a parte”. Un appello accorato affinché la storia degli esuli giuliano-dalmati sia riconosciuta e integrata nella memoria collettiva italiana, superando divisioni e negazionismi.
Riflessioni sulla Memoria e il Dialogo
L’atto vandalico alla foiba di Basovizza è un triste promemoria di quanto sia ancora necessario lavorare sulla memoria condivisa e sul dialogo tra le diverse comunità che hanno vissuto e vivono in quelle terre. La storia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è una ferita ancora aperta, che richiede un approccio sensibile e rispettoso da parte di tutti. È fondamentale condannare fermamente ogni forma di negazionismo e revisionismo storico, e promuovere una conoscenza approfondita e obiettiva degli eventi, per costruire un futuro di pace e convivenza.