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La rivoluzione metrologica del 2019: una nuova era per la ricerca
Nel 2019, una svolta epocale nel sistema delle unità di misura, basata sulle costanti universali della fisica, ha aperto nuove frontiere per la ricerca scientifica. Questa riforma ha permesso di costruire strumenti confrontabili tra diversi laboratori senza la necessità di trasferire fisicamente i campioni. “È diventato possibile costruire strumenti confrontabili con altri laboratori senza dover trasferire gli artefatti. Si va quindi verso una maggiore diffusione e capillarità”, ha spiegato Pietro Asinari, direttore scientifico dell’Inrim.
L’Inrim si espande: da Torino a Matera, un presidio nazionale
La nuova configurazione del sistema di misura ha reso possibile l’espansione dell’Inrim su scala nazionale. Se un tempo i campioni primari erano custoditi nella sede storica di Torino, ora l’istituto può vantare presidi anche a Sesto Fiorentino e Matera. “Adesso ha senso che l’Inrim evolva in una logica nazionale, con un presidio anche nel Centro Italia, a Sesto Fiorentino, e nel Sud a Matera”, ha affermato Asinari.
Poli di eccellenza: Sesto Fiorentino e Matera
A Sesto Fiorentino, l’Inrim opera all’interno di un campus che ospita anche l’Università di Firenze, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, creando un polo di eccellenza per la ricerca. A Matera, l’Inrim ha stabilito una collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e ha creato un presidio presso la Casa delle tecnologie emergenti (Cte), concentrandosi sul contributo della scienza delle misure a temi cruciali come il clima, l’agricoltura e il cibo.
La sfida della metrologia ambientale: dagli strumenti singoli agli sciami di sensori
L’incontro a Matera ha posto l’accento su argomenti vicini agli utenti e su una nuova sfida per la metrologia: la gestione di ‘sciami di sensori’ in ambito ambientale. “I metrologi erano abituati ad avere un unico strumento estremamente accurato, ma a livello ambientale si lavora con sciami di sensori capaci di produrre un’enorme quantità di dati”, ha osservato Asinari. Questo richiede un passaggio dalla misurazione con singoli strumenti alle ‘catene di misura’, cercando il miglior compromesso tra accuratezza e quantità di dati.
Il progetto Mirror Copernicus: l’Inrim al servizio dell’osservazione della Terra
Un esempio concreto di questo approccio è il progetto Mirror Copernicus, a cui l’Inrim partecipa con l’Asi. Questo progetto mira a raccogliere dati da sensori a terra, boe in mare e satelliti, mitigando i disallineamenti e i difetti di sincronizzazione tra i diversi sensori. La sfida è bilanciare l’accuratezza delle misurazioni con la complessità delle catene di misura, accettando una certa perdita di precisione a favore di una maggiore copertura e quantità di dati.
Un futuro di ricerca integrata e capillare
L’espansione dell’Inrim e la sua focalizzazione su temi ambientali e alimentari rappresentano un passo importante verso una ricerca più integrata e vicina alle esigenze del territorio. La capacità di gestire grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti e di trovare il giusto compromesso tra accuratezza e copertura sarà fondamentale per affrontare le sfide del futuro.