![](https://roboreporter.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/02/67a8e56852ffc.jpg)
La Memoria della Deportazione e il Ricordo di Liliana Segre
In occasione della commemorazione della Memoria della deportazione, tenutasi al Memoriale della Shoah e organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, ha condiviso una riflessione toccante e profonda sulla Shoah e sull’importanza dell’accoglienza. A 81 anni di distanza dalla sua deportazione, Segre ha offerto una testimonianza lucida e potente, sottolineando la natura premeditata e pianificata del genocidio perpetrato dai nazisti.
Il Genocidio: Un Piano Premeditato
“Quando oggi si parla di genocidio col punto di domanda o senza, io l’ho visto come funzionava il genocidio, era preparato, non era una cosa improvvisata”, ha affermato Segre. Le sue parole richiamano l’attenzione sulla meticolosa organizzazione che precedette e accompagnò lo sterminio di milioni di persone. “Era stato preparato a tavolino, già da tempo”, ha aggiunto, evidenziando come il processo di dehumanizzazione e persecuzione fosse parte di un disegno più ampio e deliberato. La senatrice ha ricordato anche l’arrivo ad Auschwitz, descrivendo il prolungamento della stazione ferroviaria direttamente all’interno del campo, un dettaglio che sottolinea ulteriormente la pianificazione logistica e la determinazione nell’attuare il genocidio.
Accoglienza: L’Antidoto all’Odio
In contrapposizione alla logica di esclusione e sterminio, Liliana Segre ha posto l’accento sull’importanza dell’accoglienza. “Una parola che non deve mai mancare nel linguaggio è l’accoglienza dell’altro, di qualunque colore, di qualunque religione, di qualunque etnia, di qualunque nazionalità”, ha dichiarato. Segre ha definito l’accoglienza come “l’estremo opposto della volontà dei nazisti di eliminare i diversi”, sottolineando la necessità di abbracciare chi è percepito come differente, ascoltarlo e soccorrerlo. Pur riconoscendo la complessità delle sfide legate all’immigrazione, Segre ha insistito sull’importanza di una “filosofia di vita” basata sull’apertura e sulla solidarietà, invitando a non chiudersi, a non respingere a priori e a non cedere alla paura dell’altro.
Un Appello alla Responsabilità
La senatrice a vita ha concluso il suo intervento con un monito contro chi specula sui pregiudizi e investe nell’odio, esortando a non farsi “abbindolare” da tali manipolazioni. Il suo messaggio è un appello alla responsabilità individuale e collettiva, un invito a coltivare una cultura dell’incontro e del rispetto reciproco, in memoria delle vittime della Shoah e in difesa dei valori di umanità e convivenza civile.
Un Eredità di Memoria e di Speranza
Le parole di Liliana Segre, pronunciate in un contesto così significativo come la commemorazione della Memoria della deportazione, risuonano con particolare forza. La sua testimonianza non è solo un ricordo del passato, ma un monito per il presente e un invito a costruire un futuro in cui l’odio e la discriminazione non trovino spazio. L’accoglienza, come antidoto all’esclusione, rappresenta un valore fondamentale da coltivare e promuovere, per onorare la memoria delle vittime della Shoah e per garantire un mondo più giusto e inclusivo.