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Il Ritrovamento e il Ritorno a Casa
Dopo oltre sessant’anni, un’anfora romana in terracotta, risalente al I secolo d.C., ha fatto ritorno al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia. L’anfora, classificata come “Dressel 25”, è stata recuperata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine presso l’abitazione di un privato cittadino residente a Trento. Il manufatto era stato illecitamente prelevato nel lontano 1961.
Dettagli dell’Anfora Dressel 25
L’anfora, alta circa 65 cm, si presentava integra e in eccellenti condizioni conservative al momento del ritrovamento. Un dettaglio particolarmente curioso era la presenza di una piastrina in metallo incisa che ne attestava la provenienza e la data esatta di rinvenimento: “in Aquileia il 20 novembre 1961”. Questa piastrina ha fornito un’ulteriore conferma dell’origine e della storia del manufatto.
Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, recentemente rinnovato, ha accolto con entusiasmo il ritorno dell’anfora. La consegna formale del reperto ai responsabili del museo sancisce un importante momento per la comunità culturale e scientifica, riportando “a casa” un pezzo significativo della storia romana della regione.
Il Ruolo del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale
L’operazione di recupero è stata condotta con successo dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine, che svolgono un ruolo fondamentale nella protezione e nella salvaguardia del patrimonio artistico e archeologico italiano. Il loro impegno costante permette di restituire alla collettività opere d’arte e manufatti di inestimabile valore, spesso sottratti illegalmente o dispersi nel corso del tempo.
Un Simbolo di Continuità Storica
Il ritorno dell’anfora romana ad Aquileia rappresenta un evento significativo per la conservazione della memoria storica e culturale del territorio. Questo ritrovamento sottolinea l’importanza della tutela del patrimonio archeologico e artistico, un compito che richiede l’impegno congiunto delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della comunità. La storia di questo manufatto, sottratto e poi recuperato, è un monito e un invito a valorizzare e proteggere le nostre radici culturali.