La protesta dei lavoratori del cinema
Il settore cinematografico italiano è in ginocchio. Migliaia di lavoratori sono in stato di fermo occupazionale a causa del blocco delle produzioni, causato dalle incertezze sul tax credit. La situazione è così grave che i lavoratori del cinema hanno deciso di scendere in piazza per protestare, chiedendo un intervento immediato da parte del governo.
Questa mattina, a Roma, un migliaio di lavoratori si sono riuniti in Piazza Santi Apostoli, per poi dirigersi al Ministero della Cultura, dove una delegazione è stata ricevuta per esprimere le preoccupazioni della categoria. Anche a Torino e Palermo si sono tenute manifestazioni simili. Inoltre, gli addetti del settore hanno indetto uno sciopero di due giorni.
La protesta è stata organizzata per portare all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica la “drammatica situazione in cui versa il comparto”, dove “migliaia di lavoratori del settore sono attualmente senza occupazione, ma soprattutto senza alcuna prospettiva futura a causa della gestione dei decreti ministeriali riguardanti il settore”.
Le richieste dei lavoratori
I lavoratori chiedono al governo un “sostegno economico da parte dello Stato, a fronte del ritardo nell’emissione dei decreti e conseguente rallentamento delle attività produttive che comportano una grave perdita sia in termini economici che in termini di anno contributivo a fini pensionistici”.
Il blocco delle produzioni sta mettendo a dura prova l’intero settore, con conseguenze pesanti per i lavoratori, che si ritrovano senza lavoro e senza contributi previdenziali. La situazione è aggravata dall’assenza di tutele specifiche per questo tipo di fermo occupazionale, che rende ancora più precaria la situazione dei lavoratori del cinema.
Il sostegno delle associazioni
La protesta è stata sostenuta da numerose associazioni nazionali, tra cui APAI (Associazione del Personale di Produzione Audiovisivo), AIARSE (Associazione Italiana Aiuto Registi e Segretarie di Edizione), CCS (Collettivo Chiaroscuro), APCI (Associazione Pittori Decoratori Cinematografici), AITR (Associazione Italiana Tecnici di Ripresa), AITS (Associazione Italiana Tecnici del Suono), AGI SPETTACOLO (Associazione Generici Italiani dello Spettacolo), EMIC (Associazione Nazionale Elettricisti e Macchinisti del Settore Cineaudiovisivo), ANNAC (Associazione Nazionale Noleggio Automezzi Cinetelevisivi).
Anche le imprese che lavorano nell’indotto del settore hanno espresso la loro solidarietà, tra cui Le Fiorucci srl, La Teca dell’Immaginario sas, Schiavi Marco srl, Rental Film Industry srl, Scenografica srl, REC srl, D-Vision Movie People srl, Panalight spa, Kiwii Digital srl, Romana Gruppi Elettrogeni Cinematografici srl, Presadiretta, Lambda srl.
L’impegno dei lavoratori
I lavoratori si sono uniti sotto il comitato #SIAMOAITITOLIDICODA e sono attivi e mobilitati anche sul web su una pagina telegram che raduna circa 4 mila persone.
La mobilitazione è un segnale chiaro della gravità della situazione e della determinazione dei lavoratori a difendere il loro futuro. La speranza è che il governo ascolti le loro richieste e intervenga con misure concrete per sostenere il settore cinematografico italiano.
Un segnale di allarme per il futuro del cinema italiano
La protesta dei lavoratori del cinema è un segnale di allarme per il futuro del settore in Italia. La mancanza di un sistema di supporto adeguato per i lavoratori durante i periodi di fermo occupazionale, unita alle incertezze sul tax credit, rischia di mettere in ginocchio l’intero settore. Il governo deve intervenire con misure concrete per garantire la sopravvivenza del cinema italiano e la protezione dei lavoratori che lo animano.