L’indagine e le accuse
La Procura e la Guardia di Finanza di Milano hanno avviato un’inchiesta per fare luce su presunte irregolarità nel concorso per la progettazione della Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic). Al centro dell’attenzione, l’ipotesi di turbativa d’asta e di falsi per nascondere conflitti di interesse. Secondo gli inquirenti, ci sarebbero stati accordi tra alcuni componenti della commissione giudicatrice e i progettisti della cordata vincitrice. In particolare, l’inchiesta si concentra su Stefano Boeri, presidente della commissione, Cino Zucchi, membro della commissione, e Pier Paolo Tamburelli, socio dello studio Baukhu, uno dei tre della cordata vincitrice.
Le relazioni sospette e le comunicazioni
Le indagini hanno rivelato strette relazioni, accademiche, professionali ed economiche tra i membri della commissione e i progettisti. Secondo gli inquirenti, Angelo Lunati, uno dei progettisti del team vincitore, avrebbe cenato con Cino Zucchi dopo la pubblicazione del bando. Inoltre, tra Stefano Boeri e Pier Paolo Tamburelli ci sarebbero stati dialoghi via WhatsApp e Telegram, con la cancellazione dei messaggi da parte di Boeri. Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf ha contato oltre mille messaggi in sei anni tra Tamburelli e i due architetti e professori, evidenziando un ruolo “occulto” di Tamburelli per “influenzare” l’assegnazione del bando. Il 3 luglio 2022, Tamburelli scrive a Zucchi: “Fate un buon lavoro, leggete attentamente, non guardate solo le figure”. E il 5 luglio, giorno della decisione della commissione, sulla chat WhatsApp resta solo il “monologo” di Tamburelli, con emoticon di silenzio e preghiera, senza le risposte di Boeri.
I messaggi chiave e la ricerca di rassicurazioni
Gli investigatori hanno evidenziato come il 7 luglio, la sera precedente la decisione, ci sarebbe stato un incontro tra Boeri e Tamburelli. L’8 luglio, tre giorni prima della comunicazione pubblica dell’esito della gara, Tamburelli scrive a Boeri: “amico della realtà virtuale, è tutto come previsto nella realtà virtuale?”. Secondo la Gdf, questo messaggio andrebbe nel senso di una ricerca di “rassicurazioni” sull’effettiva aggiudicazione del concorso. L’analisi dei messaggi mostra come inizialmente Boeri avesse escluso il progetto numero 29, quello in cui erano dentro Lunati, Floridi e lo studio di Tamburelli, ma poi fu “reintegrato proprio in virtù del gradimento espresso da Zucchi” e vinse.
La ‘purezza’ di Zucchi e la ‘excusatio non petita’
Cino Zucchi, a luglio, scrive: “Tanto qualsiasi risultato esce qualcuno avrà da dire ‘Boeri Zucchi e la cupola milanese’, e proprio per questo mi sono posto l’obiettivo della massima ‘purezza’”. Per i pm, però, questa affermazione è una “excusatio non petita”, una preoccupazione che lascia traccia del tentativo di “difendere la verginità del proprio giudizio”. Inoltre, la Gdf segnala come dalla “tabella dei punteggi” salti “all’occhio” che “ogni membro della Commissione giudicatrice” abbia “attribuito esattamente gli stessi voti al progetto via via esaminato”, un aspetto su cui sono in corso ulteriori accertamenti.
Le reazioni e le prossime mosse
Il gip ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per Boeri, Zucchi e Tamburelli, non riconoscendo il pericolo di inquinamento probatorio, ma dovrà valutare quello di reiterazione. Nel frattempo, sono state effettuate perquisizioni e sequestri di telefoni e dispositivi. La vicenda ha sollevato un ampio dibattito sull’integrità dei concorsi pubblici e sulla trasparenza delle procedure di assegnazione. Le indagini proseguono per fare piena luce su tutti gli aspetti della vicenda.
Riflessioni sull’integrità dei concorsi pubblici
L’inchiesta sulla Beic di Milano solleva interrogativi importanti sull’integrità dei concorsi pubblici e sulla trasparenza delle procedure di assegnazione. Le accuse di turbativa d’asta e di favoritismi gettano un’ombra sulla credibilità delle istituzioni e sulla fiducia dei cittadini. È fondamentale che le indagini facciano piena luce sulla vicenda, accertando eventuali responsabilità e garantendo che tali episodi non si ripetano. La vicenda mette in evidenza la necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e di trasparenza nei concorsi pubblici, per assicurare che le scelte siano basate sul merito e sulla competenza, e non su accordi o favoritismi.