Un’intesa inaspettata: l’incontro tra due mondi musicali
Ornella Vanoni e Mahmood, protagonisti dell’ultimo numero di Vanity Fair, hanno condiviso un’esperienza intensa durante la conversazione con il direttore Simone Marchetti. L’incontro, arricchito da ‘artwork’ realizzati da Francesco Vezzoli, ha rivelato una sintonia inaspettata tra i due artisti, uniti da un’emozione profonda e da una reciproca comprensione. “Cantando con Ornella ho riconosciuto dei miei tratti in lei. Eravamo come in una sfera tutta nostra. Mi sono profondamente emozionato, cosa che non capita spesso”, ha confessato Mahmood, mentre Vanoni ha dichiarato di aver visto negli occhi del giovane collega “malinconia, tenerezza, fragilità”, sentimenti che lei stessa conosce bene. Un’intesa che va oltre la semplice collaborazione artistica, testimoniata anche dal successo del remix di ‘Sant’Allegria’, brano del 1997 tornato in auge grazie alla reinterpretazione di Jack Sani.
Mahmood co-conduttore a Sanremo: una sfida all’insegna della spontaneità
Mahmood ha inoltre svelato come è nata la sua partecipazione come co-conduttore alla quarta serata del Festival di Sanremo. Un invito inaspettato durante un pranzo con Carlo Conti ha portato il cantante ad accettare questa nuova sfida. “La mia prima reazione è stata: non sono in grado, perché non l’ho mai fatto prima. E lui: devi solo essere te stesso, devi essere spontaneo. Ecco, diciamo che essere spontaneo è una cosa che mi riesce bene”, ha raccontato Mahmood, evidenziando come la spontaneità sarà la chiave del suo approccio a questa nuova esperienza televisiva. Una scelta che promette di portare freschezza e autenticità sul palco dell’Ariston.
Censura e libertà artistica: un dibattito acceso
Il tema della censura delle canzoni con contenuti misogini e sessisti ha acceso un dibattito tra i due artisti. Ornella Vanoni, da sempre impegnata nella difesa dei diritti delle donne, ha espresso la sua preoccupazione riguardo all’uso di termini offensivi e violenti nelle canzoni: “Sono una rappresentante di una casa che offre rifugio a donne vittime di violenza, sentire in una canzone ‘Troia, ti vengo in bocca’ non penso aiuti molto”. Mahmood, pur rispettando la sensibilità di Vanoni, ha espresso una posizione differente, sostenendo che “il compito dell’educazione sia della scuola, dello Stato, delle famiglie”, mentre gli artisti hanno il dovere di rappresentare “il vero, la loro esperienza, il loro vissuto”. Una divergenza di vedute che mette in luce la complessità del tema e la difficoltà di trovare un equilibrio tra libertà artistica e responsabilità sociale.
Primi amori e spiritualità: ricordi e riflessioni
Il dialogo tra Vanoni e Mahmood si è esteso anche al tema dei primi amori e della spiritualità. Ornella ha condiviso un ricordo vivido del suo primo bacio, avvenuto in Liguria, descrivendo l’emozione di quell’incontro con un ragazzo dell’est. Mahmood, invece, ha raccontato di innamorarsi ogni giorno, anche semplicemente osservando i volti delle persone in metropolitana, ma ha ricordato in particolare due occhi azzurri intravisti durante un viaggio in Egitto, un’immagine impressa nella sua memoria fin da bambino. Il confronto si è spostato poi sul tema della vita dopo la morte, con Vanoni che ha citato un’immagine suggestiva di Strehler: “La vedi questa lampadina? Questa lampadina un bel giorno si spegnerà. Ma si spegnerà la lampadina, non l’energia che stava dentro la lampadina”. Mahmood, pur apprezzando l’immagine, ha ammesso di essere troppo attaccato alla vita per pensare a cosa ci sarà dopo, rivelando una sensibilità profonda e un approccio pragmatico all’esistenza.
Un confronto generazionale che arricchisce il panorama culturale
L’intervista a Ornella Vanoni e Mahmood su Vanity Fair non è solo un dialogo tra due artisti, ma un vero e proprio confronto generazionale che mette in luce le diverse sensibilità e prospettive che animano il panorama culturale contemporaneo. L’incontro tra la saggezza di Vanoni e la freschezza di Mahmood offre uno spunto di riflessione importante sul ruolo dell’arte nella società, sulla libertà di espressione e sulla necessità di trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione. Un dibattito che, lungi dal dividere, arricchisce e stimola la crescita culturale.