Un’ossessione che diventa documentario
“Ognuno ha la sua Duse. Ognuno di noi la crea attraverso le testimonianze di altri e con il potere della propria immaginazione.” Con queste parole, Sonia Bergamasco descrive la sua profonda fascinazione per Eleonora Duse, l’attrice che ha cambiato per sempre il modo di recitare. Questa ossessione l’ha portata a scrivere e dirigere ‘Duse, The Greatest’, un documentario che si propone di svelare i segreti di un’artista la cui influenza continua a risuonare nel mondo del teatro e del cinema. Il film, distribuito da Luce, sarà nelle sale a partire dal 3 febbraio, e l’attrice accompagnerà ogni proiezione in un tour che la porterà in diverse città italiane, da Roma a Perugia, passando per Genova, Milano e Venezia.
Sulle tracce di un’icona
Il documentario, già presentato alla Festa di Roma, è un’indagine che si muove tra testimonianze e ricostruzioni, alla ricerca della vera essenza di Eleonora Duse. Come una detective, Sonia Bergamasco si mette sulle tracce di un’attrice di cui rimangono solo un film muto, alcune fotografie e ritratti, ma la cui influenza è ancora potentissima. “La Duse intercetta le nuove generazioni attraverso la sensibilità di figure carismatiche come Charlie Chaplin”, spiega la regista, ricordando come il grande comico, dopo averla vista recitare a Los Angeles, la definì “la più grande artista che ho mai visto”. Anche Lee Strasberg, futuro direttore dell’Actors Studio, trovò in lei l’ispirazione per un metodo di recitazione che avrebbe rivoluzionato il cinema e il teatro del XX secolo.
Un’antidiva all’ennesima potenza
La Duse, secondo Bergamasco, era un’antidiva “all’ennesima potenza”. Per troppo tempo è stata relegata al ruolo di amante di D’Annunzio, ma la sua grandezza artistica va ben oltre le vicende personali. Si narra che Verdi, dopo aver visto ‘La signora delle camelie’, il cavallo di battaglia dell’attrice, abbia esclamato: “Se l’avessi vista prima, avrei scritto diversamente ‘La Traviata’”. Questo aneddoto sottolinea la forza interpretativa e la capacità di emozionare che rendevano unica la Duse.
Un tour teatrale per proteggere la storia
La scelta di accompagnare ogni proiezione del documentario con la presenza della regista è un modo per proteggere la storia e farla conoscere al pubblico. “Credo sia davvero importante per l’autore incontrare il pubblico quando vuole proteggere la sua storia”, afferma Sonia Bergamasco, sottolineando l’importanza di un contatto diretto tra chi ha creato l’opera e chi la fruisce.
Un coro di voci per celebrare un mito
Il documentario si avvale di un ricco parterre di testimonianze, tra cui quelle di Annamaria Andreoli, Valeria Bruni Tedeschi, Elena Bucci, Ellen Burstyn, Federica Fracassi, Fabrizio Gifuni, Ferruccio Marotti, Helen Mirren, Emiliano Morreale, Mariapaola Pierini, Caterina Sanvi, Mirella Schino e Giuditta Vasile. Un coro di voci che contribuiscono a delineare un ritratto complesso e sfaccettato di un’artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia del teatro. ‘Duse, The Greatest’ è una produzione di Propaganda Italia, Quoiat Films, Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Cinema.
Un’eredità da riscoprire
Il documentario di Sonia Bergamasco non è solo un omaggio a Eleonora Duse, ma anche un invito a riscoprire un’eredità artistica di inestimabile valore. In un’epoca in cui l’immagine spesso prevale sulla sostanza, l’esempio della Duse, con la sua dedizione all’arte e la sua capacità di emozionare attraverso la verità della recitazione, è più attuale che mai. L’approccio investigativo di Bergamasco, unito alla ricchezza delle testimonianze raccolte, offre uno sguardo nuovo e stimolante su una figura che ha segnato la storia del teatro e del cinema, e che continua ad ispirare le nuove generazioni di artisti.