
Un Viaggio Difficile Verso la Speranza
La storia di Bansumana Gindeh è un racconto di resilienza e speranza. Partito dal Gambia nel 2016, il suo viaggio verso l’Italia è stato segnato da tappe dolorose e difficili, passando per Mauritania, Tunisia e Libia, dove ha anche subito la dura esperienza del carcere. Il suo arrivo in Sicilia, ad Augusta, è stato solo l’inizio di un percorso che lo ha portato a San Gennaro Vesuviano e poi a Nola, fino a giungere a Portici, in provincia di Napoli.
L’Accoglienza e l’Integrazione a Portici
A Portici, Bansumana ha trovato un punto di riferimento nel progetto Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione), gestito da Arci Mediterraneo, un’impresa sociale impegnata nell’accoglienza dei migranti e nella promozione della pace. Gli operatori del progetto hanno offerto a Bansumana un sostegno completo, occupandosi della sua salute, della sua situazione legale, della sua formazione e della sua integrazione lavorativa. “Li seguiamo nel percorso di accoglienza e ci occupiamo del loro percorso di integrazione in tutte le sfaccettature”, spiegano gli operatori, sottolineando come la fiducia e l’impegno di Bansumana abbiano portato a questo importante risultato.
Un Modello di Inclusione
Il sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, ha elogiato il caso di Bansumana come un brillante esempio di inclusione, sottolineando come la città e la sua comunità possano diventare un modello di accoglienza e valorizzazione delle differenze. “È solo con questi modelli di inclusione e di accoglienza ma soprattutto di valorizzazione delle differenze che si raggiunge la pace”, ha dichiarato il sindaco, evidenziando l’importanza di progetti come il Sai. Altri punti Sai sono attivi anche a Napoli, San Giorgio a Cremano, Casoria ed Ercolano, testimoniando l’impegno della regione nell’accoglienza e nell’integrazione.
Il Successo come Pizzaiolo
Grazie a un programma di inserimento lavorativo, Bansumana ha avuto l’opportunità di svolgere un tirocinio formativo come pizzaiolo presso la storica pizzeria da Michele, un’esperienza riconosciuta dalla Regione Campania. Dopo aver superato brillantemente l’esame con la sua specialità, la pizza Provola e Pepe a ruota di carro, Bansumana ora lavora nella sede di Pompei della stessa pizzeria. “Amo stendere l’impasto per preparare la pizza, metterla dentro al forno e sfornarla”, ha raccontato Bansumana, esprimendo la sua felicità per il lavoro che svolge in Italia e il suo desiderio di rimanere a Portici.
Un Percorso di Formazione e Crescita
Francesco De Luca, amministratore dell’Antica Pizzeria da Michele in the World, ha spiegato che Bansumana ha seguito un corso di formazione ad Aversa, seguito da uno stage nelle pizzerie campane del gruppo. “Noi non offriamo un lavoro ma parliamo di progetto e in questa progettualità ci fa molto piacere inserire lui e tanti altri ragazzi e pian piano, avviarli non solo al mercato del lavoro ma a una integrazione che sia vera, reale, un qualcosa di duraturo nel tempo. E lui è stato un ottimo esempio”, ha affermato De Luca. Il futuro di Bansumana è ancora in fase di valutazione, ma l’obiettivo è quello di continuare a supportarlo nel suo percorso di crescita professionale e personale, sia in Italia che all’estero. Il personale che lavora quotidianamente con Bansumana ha espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti, riconoscendo il suo impegno e la sua dedizione.
Un Esempio di Speranza e Integrazione
La storia di Bansumana Gindeh è un potente esempio di come l’accoglienza, la formazione e l’integrazione possano trasformare vite segnate da difficoltà e sofferenza. Il suo percorso, da un passato di schiavitù e carcere a un presente di successo come pizzaiolo, dimostra che con il giusto supporto e la giusta opportunità, ogni persona può realizzare il proprio potenziale. La sua storia è un invito a riflettere sull’importanza dell’inclusione sociale e dell’impegno nel costruire comunità più accoglienti e solidali.