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L’ultimo messaggio e la scoperta del corpo
Era il 25 gennaio 2016, alle 19:41, quando Giulio Regeni, giovane ricercatore originario del Friuli, inviò il suo ultimo messaggio dal Cairo. La sua scomparsa ha gettato un’ombra oscura sulla comunità internazionale, culminando con il ritrovamento del suo corpo, il 3 febbraio successivo, lungo l’autostrada che collega Il Cairo ad Alessandria. Il corpo di Regeni presentava evidenti segni di tortura, un dettaglio che ha reso la sua morte un simbolo di brutalità e ingiustizia.
Fiumicello si stringe nel ricordo
A nove anni da quel tragico giorno, la comunità di Fiumicello (Udine), paese natale di Giulio, si è riunita nel piazzale dei Tigli per commemorare il giovane ricercatore. La famiglia Regeni, insieme a numerosi cittadini, ha rinnovato la richiesta di verità e giustizia, un appello che risuona forte in tutta Italia. L’evento ha rappresentato un momento di raccoglimento e di impegno civile, con la presenza di molti che hanno condiviso il dolore e la determinazione della famiglia.
L’onda gialla e l’impegno collettivo
L’iniziativa è stata accompagnata dall’hashtag #ondagialla, un simbolo di solidarietà e di lotta per la verità. Come affermato dall’account collettivo ‘Giulio siamo noi’ su Facebook, questa ‘onda’ attraversa l’Italia, unendo le voci di coloro che chiedono a gran voce giustizia per Giulio. La scelta del colore giallo non è casuale: è il colore che rappresenta la luce e la speranza, un modo per onorare la memoria di Giulio e per mantenere viva la fiamma della ricerca della verità.
Il processo a Roma e la ricerca della verità
Lo scorso febbraio, davanti ai giudici della prima Corte d’Assise di Roma, è iniziato il processo a carico dei quattro agenti dei servizi segreti egiziani ritenuti responsabili del sequestro e della morte di Giulio Regeni. Questo processo rappresenta un passo importante nella ricerca della verità, ma anche un momento di grande tensione e di attesa per la famiglia e per tutti coloro che chiedono giustizia. La comunità internazionale osserva con attenzione lo svolgimento del processo, nella speranza che possa portare alla luce tutte le responsabilità e a una condanna dei colpevoli.
Le iniziative in tutta Italia
In tutta Italia, da Nord a Sud, si sono svolte diverse iniziative per ricordare Giulio Regeni. A Fiumicello, in particolare, alle 19:41, ora dell’ultimo messaggio di Giulio, è stato osservato un minuto di silenzio. La giornata è proseguita con il flash mob ‘Onda gialla: energia in movimento’, una camminata dei diritti lungo le vie del paese e una serata con parole, immagini e musica dedicate a Giulio. La madre di Giulio, Paola Deffendi, ha condiviso il programma sui suoi profili social, invitando tutti a partecipare e a mantenere viva la memoria del figlio.
Un impegno costante per la verità
La storia di Giulio Regeni è un monito costante sull’importanza della verità e della giustizia. La sua tragica fine ha scosso le coscienze e ha spinto molti a impegnarsi attivamente per far luce sulle circostanze della sua morte. Il processo in corso rappresenta un passo fondamentale, ma è essenziale che la comunità internazionale continui a esercitare pressione sulle autorità egiziane affinché collaborino pienamente alla ricerca della verità. La memoria di Giulio Regeni deve essere un faro che guida la nostra società verso un futuro in cui la giustizia e la trasparenza siano valori imprescindibili.