Un’Emergenza Nascosta in una Regione Tranquilla
Le Marche, spesso descritta come una regione tranquilla e con un’alta qualità della vita, si trovano ad affrontare una dura realtà: un’emergenza crescente di femminicidi e violenze di genere. A lanciare l’allarme è Roberto Rossi, procuratore generale per la Corte d’appello di Ancona, che in vista dell’apertura dell’Anno giudiziario nelle Marche ha delineato un quadro preoccupante dei reati più significativi nel distretto. Contrariamente alla percezione di una regione sicura, i dati rivelano un aumento allarmante di femminicidi, stalking, aggressioni e maltrattamenti, con un incremento dei casi di violenza di genere nell’anconetano da 424 a 484.
Aumento dei Femminicidi e Difficoltà nelle Misure di Protezione
Le statistiche giudiziarie mostrano un incremento dei femminicidi, passati da sette a nove tra il 2023 e il 2024 (con un totale di 10 nell’anno solare 2024). Nonostante l’impegno delle procure e delle forze dell’ordine, il procuratore generale Rossi ammette che “non si riesce a invertire la rotta”. Le misure restrittive, come il divieto di avvicinamento, si sono rivelate spesso inefficaci, e in alcuni casi, neanche il braccialetto elettronico è riuscito a prevenire tragedie. Un esempio tragico è quello di Concetta Marruocco, uccisa dal marito nonostante il dispositivo di controllo, che quella sera non aveva funzionato correttamente.
Sottovalutazione del Pericolo e Limiti delle Misure Restrittive
Rossi sottolinea come non sempre sia possibile ricorrere al carcere e come vi sia un margine di incertezza nell’intervento. In alcuni casi, le vittime non riescono a rendersi conto della reale pericolosità della persona che hanno di fronte, mentre in altri si assiste a una sottovalutazione del pericolo da parte delle autorità. Nonostante gli sforzi, il trend dei reati legati alla violenza di genere è in crescita, mentre si registra una lieve diminuzione dei reati di violenza sessuale.
La Prevenzione Come Sfida Culturale
Il procuratore generale Rossi pone l’accento sulla necessità di un cambiamento culturale profondo. “La prevenzione è un fatto culturale, non più di forze di polizia”, afferma, evidenziando come la mentalità padronale, per cui la donna deve sempre rendere conto e il fidanzamento è visto come un legame eterno che l’uomo può sciogliere a suo piacimento, sia ancora radicata, soprattutto tra i giovani. In una regione che vanta un’alta qualità della vita, l’incidenza dei femminicidi appare come una stonatura, un campanello d’allarme che indica la presenza di un problema strutturale da affrontare con urgenza.
Riflessioni sulla Violenza di Genere nelle Marche
L’allarme lanciato dal procuratore generale di Ancona è un monito che non può essere ignorato. La crescita dei femminicidi e delle violenze di genere nelle Marche, regione spesso considerata un’isola felice, evidenzia la necessità di un approccio multidisciplinare che coinvolga non solo le forze dell’ordine e la magistratura, ma anche le istituzioni scolastiche, i centri antiviolenza e la società civile nel suo complesso. È fondamentale lavorare sulla prevenzione, promuovendo una cultura del rispetto e dell’uguaglianza fin dalla giovane età, e rafforzando le misure di protezione per le vittime, senza sottovalutare mai il pericolo. La mentalità padronale, radicata anche tra i giovani, va sradicata attraverso l’educazione e la sensibilizzazione, per costruire una società in cui la violenza di genere non abbia più spazio.