Salvini contro gli autovelox ‘furbetti’
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha espresso la sua opinione sulla proliferazione degli autovelox in Italia, affermando che sono necessari nei punti pericolosi, ma che non si può tollerare la loro installazione ‘a scopo di cassa’.
“Ho un figlio che ha la patente da non molto e una figlia che la prenderà – ha aggiunto il ministro – e 3.159 morti sulle strade italiane nel 2022 sono una strage inaccettabile.”
Salvini ha sottolineato che l’Italia ha il 10% degli autovelox di tutto il mondo, un dato che secondo lui dimostra un’eccessiva diffusione di questi dispositivi, spesso installati in punti non critici per la sicurezza stradale.
“Siamo d’accordo sugli autovelox nei punti pericolosi – ha concluso – ma i sindaci debbono motivarli per numero di incidenti e pericolosità. Non è possibile che l’Italia abbia il 10% degli autovelox di tutto il mondo, quindi in punti critici e pericolosi sì, ma l’autovelox furbetto sugli stradoni per fare cassa sulla pelle di chi va lavorare no.”
Il nuovo codice della strada
Il ministro Salvini ha annunciato l’introduzione del nuovo codice della strada, che prevede misure più severe per chi viola le norme del codice stradale.
Tra le novità, il ritiro breve della patente per chi usa il telefono al volante o abbandona animali sulle strade.
Il ministro ha sottolineato l’importanza della prevenzione e dell’educazione stradale per contrastare il fenomeno degli incidenti.
“Stiamo portando avanti il nuovo codice della strada – ha spiegato – con più controlli, prevenzione educazione stradale e il ritiro breve della patente per chi usa il telefonino o abbandona animali sulle strade.”
Un dibattito complesso
La questione degli autovelox è un tema complesso, che coinvolge diversi aspetti: la sicurezza stradale, il rispetto delle regole, la tutela dei cittadini e la necessità di garantire un’equa applicazione della legge. La posizione del ministro Salvini, pur condivisibile per quanto riguarda la necessità di installare gli autovelox solo nei punti a rischio, solleva un’altra questione: come garantire che la loro installazione non sia strumentalizzata per scopi di lucro da parte di alcuni comuni? La risposta a questa domanda è fondamentale per evitare di alimentare un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni e per garantire un’effettiva tutela della sicurezza stradale.