Un’iniziativa per non dimenticare: Capodimonte e il Giorno della Memoria
In occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria delle Vittime dell’Olocausto, il Museo e Real Bosco di Capodimonte si fa promotore di un’importante iniziativa volta a sensibilizzare e informare il pubblico, in particolare i giovani, sui temi della Shoah e dell’antisemitismo. Giovedì 23 gennaio, studenti e visitatori avranno l’opportunità di partecipare a un programma ricco di eventi, tra cui testimonianze dirette e visite guidate focalizzate sulla storia dell’arte trafugata dai nazisti.
“Nel museo, luogo della memoria per eccellenza, promuovere il dialogo con i giovani sui temi della Shoah e dell’antisemitismo è parte fondamentale della nostra missione”, ha sottolineato il direttore del Museo e Real Bosco Eike Schmidt. “Alcune tra i capolavori di Capodimonte raccontano inoltre una delle storie più celebri dell’arte trafugata dai nazisti”.
La testimonianza di Roberto Modiano: un ponte tra passato e presente
Il programma prevede, a partire dalle 9.30 (Sala 20), un incontro tra gli studenti dell’Istituto superiore Giovanni Caselli e l’ingegner Roberto Modiano, esponente della Comunità ebraica napoletana e testimone di seconda generazione. Modiano condividerà la storia del padre, Guido (Kikko) Modiano, uno dei giovani ebrei napoletani confinati ai lavori forzati dal regime fascista a Tora e Piccilli (Caserta), e della madre, Luna Ergas, confinata nel campo di detenzione per ebrei di Ferramonti in Tarsia. La sua testimonianza offrirà un’occasione unica per ascoltare una voce diretta del passato e riflettere sulle conseguenze delle leggi razziali e della persecuzione.
Visite guidate alla scoperta dei capolavori trafugati
Dalle 11.00, in Sala Capolavori, sarà possibile partecipare gratuitamente a due visite guidate a cura dell’Ufficio Accoglienza del Museo. Le visite saranno incentrate sul racconto delle drammatiche vicende che coinvolsero negli anni ’40 alcuni capolavori identitari di Capodimonte, come l’Antea di Parmigianino e la Danae di Tiziano, ormai universalmente considerati simboli dell’arte trafugata dai nazisti.
Queste opere, insieme alla Parabola dei Ciechi di Bruegel, furono tra i capolavori dei musei napoletani ricoverati a Montecassino e successivamente “rastrellate” dai tedeschi e dirottate a Berlino durante la II Guerra Mondiale. Fortunatamente, alla caduta del nazismo, le opere vennero nascoste nelle miniere di salgemma di Altaussee, salvandosi dalla distruzione voluta da Hitler e tornando in Italia grazie all’intervento dei monuments men americani.
L’arte trafugata raccontata nei podcast di SkyTg24
La storia di Antea e della Danae sarà ulteriormente approfondita grazie ai podcast di SkyTg24 della serie Trafug’Arte di John Pedeferri, con un’intervista a Eike Schmidt. Il primo podcast sarà disponibile online dal 24 gennaio, mentre il secondo sarà pubblicato dopo due settimane. Questi podcast rappresentano un’ulteriore opportunità per conoscere e comprendere le vicende legate all’arte trafugata e il suo valore simbolico.
Il ruolo di Vincenzo Arangio-Ruiz e il ritorno della Santa Cecilia
Dopo la fine della guerra, il ministro italiano dell’istruzione, il napoletano Vincenzo Arangio-Ruiz, ebbe un ruolo cruciale nel recupero delle opere trafugate, grazie al contatto con i monuments men americani. Negli anni successivi, furono ritrovate anche opere partite per la Germania prima del ’43, tra cui la Santa Cecilia di Cavallino, assegnata poi a Capodimonte nel 1984. Questo episodio sottolinea l’importanza della ricerca e della restituzione del patrimonio artistico disperso durante il conflitto.
Un’iniziativa di grande valore per la memoria e la cultura
L’iniziativa promossa dal Museo e Real Bosco di Capodimonte rappresenta un’importante occasione per riflettere sulla Shoah e sull’antisemitismo, attraverso la testimonianza diretta e la storia dell’arte trafugata. La scelta di coinvolgere i giovani e di utilizzare diversi strumenti di comunicazione, come le visite guidate e i podcast, dimostra l’impegno del museo nel rendere accessibili e coinvolgenti temi complessi e delicati. La memoria del passato, unita alla bellezza dell’arte, può contribuire a costruire un futuro di pace e rispetto per i diritti umani.