L’autopsia conferma che Giada Zanola era viva
L’autopsia sul corpo di Giada Zanola, la donna trovata morta sotto il cavalcavia dell’autostrada A4 a Vigonza (Padova), ha confermato che era ancora viva quando è stata gettata dal manufatto. Il risultato dell’esame, svolto dal professor Claudio Terranova su richiesta del sostituto procuratore di Padova Giorgio Falcone, ha escluso segni di strangolamento o ferite di arma da taglio sul corpo della donna. Secondo quanto si è appreso, è possibile che l’ex compagno di Giada Zanola, Andrea Favero, l’abbia tramortita per riuscire a sollevarne il corpo oltre la righiera del cavalcavia, che in quel punto misura circa due metri.
Indagini in corso
Favero è indagato per omicidio volontario. Gli inquirenti stanno ora cercando di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e di comprendere le motivazioni dell’uomo. Le indagini sono in corso e si concentrano sull’analisi dei tabulati telefonici, dei messaggi e delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. La tragedia ha sconvolto la comunità di Vigonza e ha riacceso il dibattito sul tema della violenza di genere.
Un atto di violenza inaudita
La morte di Giada Zanola è un atto di violenza inaudita che ci ricorda l’urgenza di affrontare il problema della violenza di genere. È fondamentale che le istituzioni e la società civile si impegnino a fornire un sostegno concreto alle vittime di violenza e a prevenire simili tragedie.